Oltre 250 persone all'assemblea internazionale. Le parti sociali ticinesi e italiane: «Frontalieri trattati come evasori»
VARESE / BELLINZONA - Sala piena al teatro Nuovo di Varese. L’appuntamento di ieri, cui hanno partecipato più di 250 persone, era l’assemblea internazionale dei frontalieri, convocata dai sindacati ticinesi e italiani (UNIA, VPOD, SYNDICOM, OCST, SYNA, CGIL, CISL E UIL).
«Trattati come evasori» - Al centro dell’incontro la tanto criticata tassa sulla salute, contro cui le parti sociali si scagliano compatte. «Mentre, da un lato, con la legge di recepimento dell’accordo italo-svizzero (Legge 83/2023) salvaguardiamo la tassazione esclusiva in Svizzera ai "vecchi frontalieri" continuando l’Italia ad incassare il 40% delle loro tasse - si legge nel documento approvato all’unanimità - dall’altra, con la Finanziaria 2024, trattiamo loro come evasori chiedendo a loro e ai loro familiari a carico di versare il 3-6% della retribuzione netta per avere l’assistenza sanitaria che hanno già pagato».
Le critiche all'esecutivo italiano - Secondo i sindacati, il Governo italiano «con una serie di atti contraddittori e unilaterali successivi alla legge di recepimento dell’accordo italo-svizzero cerca di "smontare" quanto faticosamente costruito in anni di confronto per migliorare la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri. Di qui l’esigenza di fare oggi il punto, tutti insieme, sulle principali criticità ancora aperte e definire come procedere, forti dei primi risultati raggiunti».
Da qui la richiesta di cancellare «la norma che prevede una nuova tassa sulla salute a carico dei "vecchi frontalieri", che di fatto introduce una doppia imposizione, in contrasto con l’Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera». In caso contrario, «le organizzazioni sindacali si impegnano unitariamente ad adire alla giustizia al fine di eccepire la questione di costituzionalità».
Gli altri punti del documento approvato all'unanimità