Il consigliere comunale UDC Bruno interroga il Municipio: «I permessi sono ancora validi? Non si dovrebbe cambiare la destinazione d'uso?»
ROVIO - Da albergo di lusso a struttura decaduta sino ad un alloggio temporaneo per i richiedenti l'asilo: Salvatore Bruno, Consigliere comunale Gruppo Lega-UDC Val Mara, interroga il Municipio sulla possibile nuova destinazione del Park Hotel di Rovio, chiedendo lumi sulla validità della licenza edilizia, sui possibili introiti «sicuri» per il proprietario e sugli eventuali costi per la sicurezza.
Il democentrista sottolinea che l'albergo era uno dei più redditizi a livello ticinese, sino alla cessione del 2017, quando è stato a suo dire lasciato decadere e mai riaperto, nonostante «la domanda turistica fosse costante e il tessuto ricettivo di Rovio continuava a funzionare bene, grazie alle case di vacanza». L'attuale proprietario, da quanto si sa, ha ancora una licenza edilizia per esercitare l'attività alberghiera e il consigliere comunale si domanda se sia compatibile con la nuova funzione che l'immobile andrebbe a svolgere.
Come prima domanda, però, vuol sapere da quanto tempo il Municipio fosse a conoscenza del possibile collocamento di persone richiedenti l'asilo al Park Hotel di Rovio e se ha intrapreso degli eventuali passi nei confronti delle Autorità o dei Servizi cantonali preposti. Poi passa a chiedere lumi sulle licenze, su eventuali controlli effettuati in merito all'idoneità dei locali di una struttura chiusa da cinque anni e sui permessi necessari per i lavori di ristrutturazione attualmente in essere.
«Il collocamento temporaneo di persone richiedenti l'asilo non corrisponde prettamente alla destinazione alberghiera per la quale l'immobile è, appunto, al beneficio di una specifica licenza», sottolinea, chiedendosi se «per questa nuova attività, è forse necessario ottenere un cambio di destinazione d'uso dell'immobile». Specifica che a Rovio, al momento, non ci sono né hotel né bar e che quindi avere un albergo sarebbe di interesse per la collettività. «È accettabile che la protezione della zona alberghiera prevista dal piano regolatore possa essere snaturata, lasciando andare l'albergo al suo declino per poi destinarlo ad un'attività completamente diversa ma con reddito sicuro e garantito dallo Stato?», prosegue.
Tra le domande, anche quante persone verrebbero ospitate (l'hotel ne potrebbe contenere un centinaio) e per quanto tempo e se non fosse il caso di «richiedere o imporre un servizio d'ordine/di sicurezza al proprietario della struttura e/o al Cantone».