Dopo il conseguimento della maturità al Liceo Lugano 2 ho studiato all’Università di Berna dove mi sono laureato in diritto. Da circa dieci anni sono attivo professionalmente come giornalista. Nel 2003 sono stato eletto per la prima volta nel Gran Consiglio ticinese, diventando membro della Commissione della legislazione, della Commissione diritti politici e della Commissione di sorveglianza sulle condizioni di detenzione.
Confermato nel parlamento cantonale nel 2007, l’anno successivo sono stato eletto nel Municipio di Lugano, dove sono a capo del Dicastero Turismo e degli Istituti sociali comunali. Sempre dal 2008 sono membro del Consiglio d’amministrazione di Lugano Turismo. Sono stato membro del Consiglio del pubblico della CORSI.
Come è nata la passione per la politica?
Quando ero ancora studente universitario, ho cominciato a collaborare col Mattino della domenica. Da lì alla politica attiva, il passo è stato breve, anche se non si è trattato di un colpo di fulmine, ma piuttosto di un rapporto che si è sviluppato nel tempo e che pertanto, come sostengono gli esperti, è più solido.
Quali sono i temi che le stanno più a cuore?
Occupazione, cassa malati, sicurezza, politica degli stranieri, socialità.
Quali sono i problemi più urgenti da risolvere in Ticino?
L’occupazione dei residenti: dalla mancanza di lavoro nascono i principali problemi sociali. Occorre che i ticinesi tornino ad avere la precedenza nelle assunzioni. L’esplosione ingiustificata dei premi di cassa malati che si potrà risolvere solo con un cambiamento radicale del sistema. La sicurezza del cittadino, che presuppone maggiori controlli alle frontiere e polizia più presente sul territorio e meno negli uffici. Garantire la non interruzione del collegamento autostradale del San Gottardo. La fiscalità che deve tornare ad essere attrattiva per i buoni contribuenti e più equa per le persone singole.
Quale il Ticino del futuro che sogna
Un Ticino dove i residenti possano lavorare e non vengano lasciati a casa per fare spazio a personale in arrivo da Oltreconfine. Un Ticino più sicuro, dove la gente non debba aver paura ad uscire la sera e dove le rapine non siano all’ordine del giorno. Un Ticino dove le frontiere tornino ad essere sorvegliate giorno e notte, in maniera efficace. Un Ticino dove il pagamento di un’assicurazione sociale, la cassa malati, non diventi fonte di povertà e causa di mancanza di cure. Un Ticino dove i nostri anziani che con gli sforzi di una vita si sono comperati una casetta non siano costretti a “mangiarsela fuori” per poter vivere gli ultimi anni. Un Ticino dove l’insegnamento valorizzi le potenzialità dei nostri ragazzi invece di frenare i più brillanti perché bisogna livellarsi verso il basso (anche a seguito dell’eccessiva presenza di allievi cosiddetti “alloglotti”). Un Ticino dove i delinquenti stranieri vengano espulsi senza tanti ma né però, e non abbiano più la possibilità di nuocere in casa nostra.
Perché dovremmo votarla?
Perché in questi anni di attività politica, mi pare di aver dimostrato di impegnarmi a fondo in quello che faccio e di non scaldare la cadrega. Non faccio parte di alcun Consiglio d’amministrazione (con l’eccezione di quello di Lugano Turismo in quanto capodicastero). Con la mia attività professionale e politica sono quotidianamente a contatto con i problemi dei ticinesi di tutte le parti del Cantone. Come municipale di Lugano, ho esperienza del lavoro in un grosso esecutivo, e sono quindi abituato ad assumere le responsabilità che questo comporta.