Cristiano Poli Cappelli, Candidato PLR al Consiglio Comunale di Lugano n. 42
LUGANO - Forse con la pandemia molti hanno finalmente capito che la cultura non è un soprammobile da poggiare su una scrivania. La solitudine e l'isolamento ci hanno fatto scoprire ancor di più che quel concerto, quella mostra, quel convegno, quello spettacolo teatrale a cui oggi non possiamo più partecipare, non rappresentavano un semplice svago ma un elemento di benessere fondamentale, un arricchimento per l'anima e l'intelletto.
Ci stiamo rendendo conto, a nostre spese, nel senso letterale del termine, che la qualità della vita di cui si parla tanto non passa attraverso le mega acrobazie edilizie che renderanno Lugano sempre più “grande” e sempre più vuota: di abitanti, di giovani, di cultura. La qualità della vita passa attraverso cultura, attività ricreative, aggregazione sociale e scambio intellettuale che sono fonti di benessere e di crescita, di condivisione.
Una cultura che deve cominciare a diffondersi dai giovani, che sono il nostro futuro. Ma poi, queste evoluzioni urbanistiche dove sono? Cosa sta facendo esattamente la città? Quelli di cui sentiamo parlare da settimane sono sempre gli stessi argomenti elettorali, triti e ritriti, presentati tuttavia sempre allo stesso modo, per sviare l’attenzione verso i veri problemi di questa città. E non parliamo della gestione dell’affaire aeroporto che ha accumulato tre ricorsi, su quattro cordate; e del polo turistico-congressuale di Campo Marzio abbiamo notizie? Mai una volta che un politico in carica spieghi all'opinione pubblica perché in questi 5 anni di legislatura, 2016-2021, su Campo Marzio non si sia fatto un solo passo avanti! Come mai dopo che tutti i partiti hanno inserito la questione del polo congressuale nel loro programma politico nel 2016, oggi siamo ancora ai piedi della scala? Qualcuno può spiegare a elettori ed elettrici, la cui attenzione è costantemente sviata su altri temi, perché, dopo 15 anni in cui si parla di Polo congressuale al Campo Marzio, quel sedime rimane a tutt'oggi un insieme di capannoni fatiscenti che chiamiamo "Conza"?
E ancora, si parla del PSE, del nuovo polo sportivo - che vogliono quasi tutti, ma con modalità molto differenti - completamente sproporzionato rispetto alle reali esigenze di una città che si sta svuotando.
La sensazione, che poi non è una sensazione, è che la Città faccia molti grandi proclami da anni, che spari a zero su tutto e su tutti ma che, in definitiva, le idee siano poche e che se ne realizzino ancora di meno.
Ho visto, ultimamente, sui portali d’informazione, una pubblicità avente come slogan rivolto ai cittadini e al popolo leghista: “creiamo una grande città - Lugangeles?? - a misura di persona”. Ora, mi domando, quali sarebbero queste misure rivolte alle persone? Ai giovani?
Stiamo facendo pochissimo proprio per i ragazzi e per il disagio che stanno vivendo e di cui non facciamo altro che parlare, a volte anche criminalizzandoli: e non dimentichiamoci che in questa crisi covid, nel complesso, si sono dimostrati molto solidali e responsabili. Infatti in Ticino, stando ai dati di "Corona-Data", ci sono 0 morti sotto i 30 anni, mentre la stragrande maggioranza dei morti da covid-19 sono sopra i 70 anni: nonostante ciò i giovani hanno "sopportato" bene le misure restrittive, tutt'ora in corso per proteggere gli anziani. Bene, per questi ragazzi stiamo facendo poco o nulla. Abbiamo solo la grande presunzione di conoscere quello di cui hanno bisogno.
Un gruppo di lavoro composto da alcuni candidati Plr al Consiglio Comunale, vorrebbe riproporre un Parlamento Giovani della Città di Lugano che, fino qualche anno fa era presente sul territorio. Credo che questo sarebbe uno strumento davvero importante per dare voce ai ragazzi che hanno il diritto d'interloquire con la Città e con le sue istituzioni. Quale migliore lezione di civica, che dare la possibilità ai giovani di chinarsi a riflettere e discutere delle problematiche care a loro? Una seconda proposta riguarda un premio della Città: un premio simbolico per il migliore progetto realizzato tramite le opportunità della Legge Giovani, una legge del 1996 che prevede un supporto finanziario per la realizzazione di un progetto che possa essere un libro, un dibattito, uno spettacolo o altro. Un mezzo che, sicuramente, deve essere più sfruttato e più pubblicizzato. Bisogna stimolare le attività creative dei giovani nella città, farli uscire dalla ghettizzazione in cui li conduce la noia e che spesso sfocia in esperienze di malessere o di comportamenti non adeguati. Coinvolgiamo i giovani nella vita culturale cittadina.
E ancora: cosa sta facendo la città per i quartieri? È giusto investire in mega progetti, peraltro dalle gestazioni infinite, quando abbiamo molto da fare in città, per ridare vita ai quartieri, spazi ai giovani e agli anziani, stimolo alle realtà associative? Forse è necessario cambiare rotta politica e tornare a dare fiducia e quelle forze che hanno contribuito a far crescere sul serio questa città ma di fatto tutta la Svizzera.
Lugano non può pensare che la propria "cifra politica" passi solo dal triangolo Lungolago, Piazza Riforma e Maghetti e da qualche mega-progetto come il Pse. La cosiddetta periferia, fatta di quartieri, una volta Comuni, merita un'adeguata valorizzazione, perché è lì che vivono 65 mila abitanti sui 68 mila che Lugano ha.
E come ovunque nel mondo, oggi la qualità di vita di una città, passa dalla valorizzazione dei quartieri periferici e dalla vitalità culturale e ricreativa che riesce a produrre su tutto il territorio creando uno spirito che sappia coinvolgere le nuove generazioni, idee nuove, creatività e intraprendenza.