Graziano Besana, LuganoCandidato al Consiglio Comunale per AVANTI con Ticino&Lavoro
LUGANO - Le elezioni comunali sono un momento cruciale per la democrazia locale, un'occasione in cui i cittadini possono esprimere la propria volontà e scegliere i propri rappresentanti di prossimità. Tuttavia, dietro le quinte di questo processo apparentemente equo, si celano dinamiche e pratiche discutibili che favoriscono i partiti maggiori a discapito dei partiti sfidanti. In questa danza politica, la RSI e Teleticino sembrano essere partner silenziosi nel mantenere lo status quo, offrendo ai municipali in carica un palcoscenico più ampio e favorevole rispetto ai loro concorrenti meno noti.
Una teoria su questo trattamento disuguale potrebbe essere quella del "Circolo Virtuoso dell'Inerzia". Secondo questa teoria, i politici al potere beneficiano di una sorta di circolo vizioso, in cui il loro status consolidato li rende intrinsecamente più interessanti per il pubblico televisivo. Le loro posizioni di autorità e familiarità con i media li pongono in una posizione di vantaggio, permettendo loro di monopolizzare il tempo messo a disposizione di tutti e di esprimere opinioni senza temere una reale sfida. D'altra parte, i partiti sfidanti, privi di questa stessa visibilità e accesso ai mezzi di comunicazione, si trovano costantemente a lottare contro corrente, con l'unica speranza di rompere il circolo virtuoso dell'inerzia.
Un'altra teoria potrebbe essere quella del "Monopolio del Microfono". Secondo questa teoria, i media televisivi hanno stretti legami con i partiti tradizionali, i quali hanno da tempo costruito relazioni solide e influenti con le redazioni giornalistiche. Questi legami privilegiati consentono ai politici al potere di accaparrarsi il tempo della trasmissione e di escludere deliberatamente i loro concorrenti più piccoli, come il movimento emergente AVANTI con Ticino&Lavoro (vedasi Teleticino - Matrioska, 18.03.2024). Così facendo, i media possono mantenere il controllo del dibattito pubblico e assicurarsi che le voci dissidenti siano soffocate fin dall'inizio, perpetuando efficacemente il dominio dei partiti maggiori e il loro accesso preferenziale ai canali mediatici.
Infine, c'è la teoria dell'"Elogio della Brevità". In questo scenario, i conduttori televisivi utilizzano forme come "risponda brevemente" o "brevissimamente" in modo selettivo e discriminatorio verso i candidati dei partiti minori, creando un'illusione di parità mentre in realtà favoriscono i politici al potere. Questa pratica sottile ma efficace serve a sminuire le voci dei partiti sfidanti, riducendole a mere note a margine nel dibattito pubblico. Nel frattempo i politici in carica godono di una sorta di immunità retorica, con i conduttori che si astengono dal porre medesimi limiti temporali alle loro espressioni, permettendo loro di espandersi quasi senza limitazioni e di far sentire la propria voce con maggiore autorità e peso.
In conclusione, dietro le quinte delle elezioni comunali e dei dibattiti televisivi si nascondono dinamiche complesse, pratiche ingiuste e discutibili che perpetuano lo status quo e favoriscono i partiti tradizionali a discapito dei partiti minori sfidanti. In questo scenario, la democrazia locale rischia di essere distorta e compromessa, con le voci dei partiti minori meno rappresentate e i giochi politici destinati a prevalere.
In questo contesto, si spera che gli elettori inviino un segnale forte contro questo modo di agire, premiando AVANTI con Ticino&Lavoro e gli altri partiti minori con abbondanza di voti personali e di lista, anziché consegnarli ai partiti principali. Solo così la democrazia locale potrà davvero rifiorire e prosperare, con una rappresentanza più equa e diversificata che rispecchi appieno la volontà e la varietà degli interessi delle cittadine e dei cittadini.
Graziano Besana, LuganoCandidato al Consiglio Comunale per AVANTI con Ticino&Lavoro