Raoul Ghisletta, candidato La Sinistra per il Municipio di Lugano
Come noto Manuele Bertoli ed il sottoscritto hanno inoltrato un ricorso al Tribunale federale contro due gravi peggioramenti introdotti nel decreto sul Preventivo 2024 del Canton Ticino: l’art. 2, che impone drastici tagli nel settore dell’asilo, e l’art. 3, che impone di cancellare il 20% delle posizioni dei docenti, che lasceranno il loro posto di lavoro. Il ricorso contesta la mancanza della clausola di referendum nel decreto legislativo. Siamo in attesa della sentenza.
L’articolo 3 del decreto impone di cancellare il 20% delle posizioni di docenti e operatori scolastici cantonali, che lasciano il loro posto di lavoro nel 2024. La teoria soggiacente è che quello che sino al 2023 si faceva in 10, ora sia possibile farlo in 8. Questo assurdo ed aleatorio approccio nella definizione della dotazione del personale cantonale è già stato attuato nel 2023 per la categoria degli “impiegati cantonali”: ciò che ha creato problemi concreti nei servizi cantonali erogati alla popolazione, in particolare quella meno favorita, come l’utenza dei servizi sociopsichiatrici. Il fatto di estendere nel 2024 questo taglio alla scuola è un atto molto grave, che inevitabilmente ridurrà la qualità della scuola e della formazione professionale per le giovani generazioni. Ed è un atto sconsiderato che colpirà anche le scuole comunali. Infatti gli operatori di sostegno nelle scuole comunali sono dipendenti cantonali soggetti al taglio: docenti di sostegno pedagogico, logopedisti, ergoterapisti, psicomotricisti, docenti di lingua e integrazione sono professionisti cantonali, che lavorano per sostenere anche gli allievi delle scuole comunali.
Nel caso il ricorso Bertoli-Ghisletta sarà respinto dal Tribunale federale, i Comuni si troveranno meno dotati di operatori di sostegno rispetto ai bisogni dei loro allievi delle suole dell’infanzia e delle scuole elementari: e questo ogni qualvolta un operatore dimissionerà o andrà in pensione. I problemi li vedremo concretamente con il nuovo anno scolastico in settembre.
Riforma pensionistica e scuole comunali
Oltre a questi problemi potremmo avere un altro grave problema, che riguarderà i docenti titolari delle scuole dell’infanzia e delle scuole elementari. Nel caso la modifica della legge sull’Istituto di previdenza del Canton Ticino non fosse accolta dal popolo ticinese il prossimo 9 giugno, a seguito della campagna di disinformazione della Lega dei Ticinesi e dell’UDC, numerosi docenti comunali attorno ai sessant’anni opteranno per il pensionamento anticipato. Sarebbe la risposta logica di chi è vicino alla pensione, per evitare la brusca riduzione delle pensioni in caso di bocciatura della riforma pensionistica: una riduzione che arriverebbe al 15% per pensioni che oggi si situano ad un livello medio inferiore nel ranking delle pensioni cantonali in Svizzera, mentre i salari dei docenti sono in fondo alla scala intercantonale. In questo scenario catastrofico i genitori e i responsabili comunali delle scuole, oltre che la categoria dei docenti, sarebbero le vittime delle campagne del Mattino della domenica e di Lega-UDC, che sperano di raccogliere “voti di odio”, spargendo letame sui docenti e sugli impiegati pubblici.