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COMUNALI 2024Bellinzona è allergica alle privatizzazioni

05.04.24 - 12:39
Massimiliano Ay
Fonte MASSIMILIANO AY
Bellinzona è allergica alle privatizzazioni

BELLINZONA - Bellinzona ha una storia importante di battaglie a favore dei servizi pubblici e contro le privatizzazioni. Una delle mie prime lotte politiche fu nel 2001, avevo poco più che 18 anni, quando la popolazione sconfessò il Municipio che voleva svendere l’Azienda elettrica comunale. L’anno successivo anche la proposta di trasformare le AMB in una società anonima venne respinta. Qualcuno dirà che non tutti i socialdemocratici bellinzonesi ci seguirono e che qualcuno, anzi, stava dall’altra parte: a me però la polemica interessa poco, quello che conta è che allora (come oggi) la base e i militanti del PS restarono uniti ai comunisti. Nel 2008, poi, fu esemplare la mobilitazione a difesa delle Officine FFS. Due anni più tardi Partito Comunista e PS (allora non ancora alleati nell’Unità di Sinistra) promossero il referendum contro la chiusura della Clinica dentaria comunale. Non si tratta di un amarcord nostalgico, ma di sottolineare una traiettoria di coerenza che unisce la sinistra con il popolo bellinzonese e che oggi ci permette di tirare dei bilanci.

Nel marzo 2009 – mi trovavo alla mia prima legislatura quale consigliere comunale – discutendo sui preventivi, mi stupivo del fatto che il Municipio parlasse di interventi anti-ciclici ma poi, nei fatti, non proponeva alcuna sostanziale svolta rispetto al passato: lo smantellamento del servizio pubblico e i vari mandati esterni infatti continuavano. Sempre nel marzo 2009, rivolgendomi al plenum, contestavo l’atteggiamento lassista dell’Esecutivo che, lamentando la poca redditività della Clinica, aveva di fatto rinunciato persino a tentare di rilanciarla. E il primo rilancio sarebbe stato quello di farla conoscere: molti cittadini, infatti, credevano si trattasse esclusivamente di un servizio destinato ai bambini delle scuole. Nel maggio dello stesso anno, con un'interrogazione, ponevo una serie di domande al Municipio insistendo per mantenere la struttura sanitaria pubblica, con prezzi più bassi rispetto ai privati e ciò anche a costo di scontentare gli studi dentistici. Non si trattava di limitare il libero mercato (a livello comunale è peraltro impossibile), bensì di non smantellare il servizio pubblico.

Nel gennaio 2010 l’Esecutivo cittadino tirò dritto: il Messaggio municipale, che il legislativo ratificò il 22 marzo, sopprimeva la Clinica e, con essa, anche tre posti di lavoro. Nel rapporto di minoranza redatto da Matteo Ferrari e Otto Minoli si leggeva: “dal 2000 in poi la Clinica pare aver assunto il ruolo di capro espiatorio in una visione che tende a negare all’ente pubblico la capacità di gestire in modo efficace dei servizi offerti anche dal privato. Un ruolo complementare ad un risparmismo ad ogni costo, che il più delle volte attacca come in questo caso proprio le prestazioni sociali erogate dagli enti pubblici, ma che nel passato si è osato estendere anche ad altri servizi, uno su tutti l’Azienda elettrica comunale, che si voleva svendere sostenendo (del tutto ideologicamente) che la gestione pubblica non le avrebbe potuto garantire un futuro. Affermazione azzardata, che i fatti hanno pienamente smentito. Di punto in bianco, la gestione pubblica della Clinica è stata da alcuni assunta come del tutto superata e tacciata senza mezzi termini di ineconomicità, sottacendo però come essa abbia generato rilevanti utili in passato”. Nel 1997 in effetti le maggiori entrate a consuntivo erano di Fr. 158'424.-, dieci anni dopo erano crollate a soli Fr. 3'891.- ma al momento del tentativo di chiusura erano nuovamente salite a Fr. 59'366.-.

Il Municipio di allora sosteneva che non ci si poteva reggere sul libero mercato: la cittadinanza decise invece di correre il rischio, costringendolo ad impegnarvisi. Sono passati circa 15 anni: la clinica dentaria di Bellinzona non è fallita, continua ad esistere e i ricavi per le casse pubbliche sono maggiori delle spese. A consuntivo 2022 si registrava un saldo positivo di oltre 230’000 franchi. I grandi espertoni e i tecnici competentissimi del 2010 avranno imparato la lezione? Noi continueremo a mostrare che le scelte sono anzitutto politiche e, come politici di opposizione, i comunisti con il loro rigore e la loro propositività presentano 7 candidati sulla lista dell’Unità di Sinistra al Consiglio Comunale per continuare a lavorare con coerenza a favore della collettività!

Massimiliano Ay, candidato al Consiglio Comunale di Bellinzona sulla lista Unità di Sinistra (Partito Comunista)

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