È in carica da due settimane: il nuovo CEO di Coop, Philipp Wyss
L’ex apprendista macellaio racconta la sua inusuale ascesa, il rapporto con i rivali e la sua visione dell’iniziativa Giornata della buona azione
BASILEA - L’anno scorso la Giornata della buona azione è stata annullata a causa della pandemia. Quest’anno quindi dovrebbe durare due giorni…
In effetti sì ma vorrebbe dire modificare tutto il concetto (ride). Ci siamo dati come obiettivo quello di mobilitare l’intera Svizzera per la Giornata della buona azione del 29 maggio per fare qualcosa di positivo per la società e per l’ambiente.
È con questo motto che in vista del prossimo 29 maggio in tutta la Svizzera faremo insieme delle buone azioni. Puoi pianificarne una anche tu, da solo, con la tua famiglia, la tua associazione o la tua organizzazione. E condividila con l’hashtag #GiornataDellaBuonaAzione su Instagram, TikTok, Facebook o Twitter. Tutti i contenuti condivisi e altre informazioni sulla “Giornata della buona azione” li trovi qui.
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Perché la Giornata della buona azione è così importante per voi?
Dopo 15 mesi di pandemia tra limitazioni e rassegnazione, vogliamo lasciare il segno. Vorremmo che le persone facessero del bene: alla zia, al vicino o in collaborazione con un’organizzazione partner. Sono convinto che le persone abbiano questo istinto. Molti sono stati da soli per tanto tempo e ora vogliono aiutare il prossimo.
Per la Giornata della buona azione di quest’anno offrirete un pasto ai bisognosi. Come mai avete optato per questa idea?
Mi piace molto cucinare. Insieme ai colleghi di Betty Bossi, abbiamo deciso di preparare circa trenta litri di zuppa con verdure e grano saraceno per il Café Yucca di Zurigo, un luogo in cui i bisognosi possono trovare un riparo. Poiché generalmente non viene offerto il dessert al Café Yucca, abbiamo deciso di cucinare anche delle girelle alle nocciole. Per la Giornata della buona azione parteciperò alla pulizia delle sponde del lago di Zugo insieme al WWF.
Le capita di chiedersi se personalmente compie abbastanza buone azioni?
Mi pongo regolarmente questa domanda. È chiaro: si può sempre fare di più. Negli ultimi anni ho cercato di fare sempre un passo in più nel contesto lavorativo e così insieme a Coop abbiamo elaborato il label Solidarité con cui contrassegniamo i prodotti venduti da Coop creati in laboratori protetti.
Una buona azione è una questione di tempo messo a disposizione o di denaro donato?
È una questione di condizioni di vita e priorità. Certo, si può donare denaro. Ma la nostra idea di Giornata della buona azione mira piuttosto a un impegno personale e attivo come ad esempio investire il proprio tempo.
Di recente è diventato CEO di Coop ed è ora responsabile di 90'000 collaboratori e di un giro d’affari di 30 miliardi. Queste cifre possono diventare un peso?
Le cifre in effetti sono importanti. Ma non sono l’unico responsabile di tutto e so che posso contare su un team eccellente. Naturalmente la pressione è aumentata. Di una cosa sono sicuro: ho rispetto per le nuove sfide e non vedo l’ora di affrontarle!
Ha una carriera inusuale alle spalle. Ha iniziato con una formazione d'impiegato di commercio seguita da un apprendistato come macellaio. È di aiuto ancora oggi per comprendere meglio le basi e il lavoro?
Conosco il contatto con la clientela dietro il bancone della carne, conosco il linguaggio dei macellai e ho imparato l’ABC del venditore durante il mio primo apprendistato perché dovevo portare a termine da solo tutti i lavori legati alla mia formazione. Oggi parlo la stessa lingua dei nostri collaboratori e mi aiuta enormemente.
I top manager che hanno iniziato con una formazione per imparare un mestiere sono rari. Ha rimpianti?
No. La mia carriera dopo l’apprendistato è stata la strada che si adattava meglio a me. Il bello della Svizzera è che sono possibili molte strade diverse. Da Coop sono molti gli impiegati che dopo una formazione nella vendita sono arrivati in alto. Questo mi rende fiero. E lo sarò ancora di più se dovessi diventare un esempio per qualcuno che voglia dare una svolta alla propria carriera con un apprendistato.
Ora è a capo di 90'000 persone: che tipo di CEO vuole essere?
Sono un teamplayer, voglio ascoltare ed essere vicino alla gente: insieme possiamo fare molto di più che da soli. Quando gli impiegati si rivolgono a me, ricevono una risposta. Come responsabile del marketing e degli acquisti, ho talvolta contattato personalmente i clienti insoddisfatti.
I quadri superiori e intermedi hanno ricevuto da lei un libro di ricette personali. Perché?
Mi piace l’idea che le persone con cui collaboro ogni giorno imparino a conoscermi meglio. Nel libro si trovano molte delle mie ricette preferite con consigli e pensieri aggiunti da me. Con questo libro volevo trasmettere la mia passione per gli alimenti.
Dove può ancora migliorare Coop?
Non voglio mai perdere un trend dei clienti, è molto importante per me. Preferisco che qualcosa non funzioni come ci aspettavamo piuttosto che mancare un’opportunità. Vorremmo inoltre rinnovare ed espandere la nostra rete di filiali che conta oggi più di 950 negozi. Il mio obiettivo è arrivare a mille supermercati in Svizzera. Negli agglomerati, nei quartieri e nei villaggi in particolare c’è ancora un grande potenziale. Non ci saranno però altre filiali come quelle più grandi.
Le capita di visitare i negozi della concorrenza per trovare ispirazione?
Le idee non cadono dal cielo. Vado spesso in giro per il mondo e osservo sempre cosa fa la concorrenza e se possiamo migliorare o evitare qualcosa. Per i prodotti a prezzi più bassi osservo i discount mentre per il resto il nostro rivale arancione. Non mi sento tuttavia a mio agio a fare la spesa nei negozi della concorrenza.
Se la COMCO non fa obiezioni, Coop è intenzionata ad acquistare la catena di fai-da-te Jumbo. È stata un’idea sua?
No. Siamo stati contattati dal venditore e la direzione di Coop ha deciso di comune accordo. Molte sedi di Jumbo sono perfette per la nostra rete. Jumbo è presente soprattutto nella Svizzera occidentale dove noi dobbiamo ancora espanderci. Prima della pandemia, quello del fai-da-te era un settore in crescita. Ora la crescita è ancora più marcata.
Maestro di sci, macellaio, specialista di marketing…e CEO
Dal 1. maggio 2021, il 54enne Philipp Wyss è il nuovo CEO di Coop. Alle spalle ha una carriera ventennale presso Coop ed è stato finora capo del settore marketing e acquisti. Nella sua ultima posizione si è messo in evidenza per fiuto per i trend e idee di marketing. Il percorso professionale di Wyss è iniziato con una formazione di impiegato di commercio seguita da un apprendistato di macellaio. Il lucernese è amante della natura, socievole e sportivo. In gioventù, Wyss è stato anche maestro di sci, organizzava colonie invernali e giocava a pallacanestro. In inverno, il topmanager si trasforma in un appassionato di telemark mentre in estate preferisce le escursioni e il jogging. Wyss è sposato e padre di tre figli.