Ai campi di vacanza Marc André Wyss si prende cura di giovani affetti da malattie muscolari
ZURIGO - La prima volta che si è occupato di bambini e giovani affetti da malattie muscolari in un campo di vacanza, Marc André Wyss aveva 17 anni. All’epoca era un grande appassionato di astrofisica. «Ed ero un grande fan di Stephen Hawking, affetto anche lui da una malattia muscolare.» Per questo si è offerto come accompagnatore per un campo di vacanza.
Wyss ha partecipato a 35 campi - Ormai ha partecipato a 35 campi, dove ha lavorato anche come aiuto cuoco, assistente, co-responsabile e responsabile principale. «Accompagniamo fino a 15 bambini e giovani e ogni volta siamo circa 30 adulti». I partecipanti al campo dipendono dall’assistenza 24 ore su 24 e alcuni di loro utilizzano sondini gastrici e respiratori.
Il lavoro gli dà molto, afferma Marc. «Mi consente di trovare un equilibrio con il mio lavoro piuttosto tecnico. Ai campi posso dar voce alla mia vena sociale e ampliare i miei orizzonti». Dal 2016 Wyss fa parte del Consiglio della Schweizerische Muskelgesellschaft, in cui è responsabile dei campi di vacanza.
Giocare a bowling in carrozzina elettrica - Una cosa rende Wyss particolarmente felice: «Nei campi possiamo offrire ai bambini e ai giovani delle attività che non trovano spazio nella vita di tutti i giorni». Non dimenticherà mai, ad esempio, quando hanno fatto immersione in una piscina coperta o sono andati al bowling. «Quasi tutti i bambini necessitano di una carrozzina elettrica. Già da qui si comprende la particolarità della situazione».
Si sente molto gratificato quando insieme agli altri volontari permette ai bambini di fare cose che sembrano impossibili. «Durante un campo abbiamo sperimentato l’uso della balestra. A causa della malattia muscolare, abbiamo dovuto costruire una sorta di supporto, in modo che i bambini potessero premere il grilletto facilmente».
Senza i volontari i campi non esisterebbero - I campi sono una parte fondamentale della vita di Wyss, che afferma: «È chiaro che un campo di vacanza come questo può funzionare solo grazie al lavoro di volontarie e volontari. Una persona da sola non può fare nulla».