Recenti studi mostrano come il CBD può aiutare il trattamento dei pazienti COVID
La ricerca di una terapia efficace, e ancora di più un vaccino, in grado di affrontare il SARS-CoV-2, il virus tristemente conosciuto come COVID-19, è una corsa contro il tempo a livello internazionale.
Tra le centinaia di ipotesi in corso è comparsa un’opzione apparentemente imprevedibile: il CBD.
Bisogna sottolineare fin da subito che si tratta di uno studio in corso e in attesa di peer review, quindi ancora da testare e pubblicare in modo ufficiale e riconosciuto.
Lo studio dell’università di Lethbridge
Il dato oggettivo e scientifico però è innegabile, perché dietro questa ipotesi c’è un team, un percorso di analisi e un’istituzione universitaria.
Il tutto parte dalla California, dove due aziende private (Pathway RX e Swysh) specializzate in ricerca di terapie basate sul CBD hanno dato vita ad un progetto specifico, in partnership con l’università di Lethbridge.
Il progetto si concentra sulla possibilità che il CBD possa supportare i trattamenti ai pazienti COVID-19. Alcune proprietà del cannabidiolo sono infatti in grado di interagire con le proteine ACE2 e TMPRSS2, due elementi chiave a livello di recettori nel permettere al virus di entrare nelle cellule ospiti e quindi a replicarsi.
Il CBD sembrerebbe funzionale nel rimodulare questi accessi, andando quindi a rallentare e quindi ostacolare il processo.
Trattamento, non soluzione
Chiaramente non si tratterebbe di un farmaco né tantomeno di un vaccino ma, piuttosto, di un trattamento a supporto di un approccio clinico più ampio.
Il team ha utilizzato come punto di partenza una selezione di 1000 varietà di Cannabis, andando poi a isolare una serie di 22 estratti e infine un gruppo ancora più ristretto di 13, i più efficaci nell’azione di rimodulazione.
La ricerca è pubblicata come preprint ed è in attesa di peer review. Resta importante capire l’esito del processo ma, al di là di ogni facile sensazionalismo, restano innegabili le suggestioni e gli scenari legati a questa opzione.
Articolo a cura di MA True Cannabis