Il summit mette in guardia sui rischi del riscaldamento globale, ma si registrano almeno 1'500 voli privati per arrivare a Davos
DAVOS - Jet privato fino a Zurigo, elicottero per Davos e, infine, Maserati fino all’hotel di lusso. Molti ospiti del WEF non si negano nemmeno quest’anno il piacere di volare come si conviene al loro status. Un’abitudine che non è alla portata di tutti.
Un volo da Londra a Zurigo costa infatti 10mila franchi e ce ne vogliono altri 10mila solo andata per arrivare a Davos in elicottero. L’azienda di voli charter Air Charter Service (ACS) si aspetta solo questa settimana 1’500 voli privati a causa del WEF. L’anno scorso si erano fermati a 1’300.
Poche altre attività umane, tuttavia, incidono sull’ambiente come volare e le abitudini degli ospiti del WEF stridono un po’ con le raccomandazioni contenute in un rapporto sui rischi diffuso dal forum internazionale. Se il cambiamento climatico non viene rallentato, vi si legge, rappresenterà un grosso pericolo per l’economia.
Il consigliere nazionale PS Roger Nordmann è furioso per tutti questi voli privati. Secondo lui, sono in «netta contraddizione» con la retorica ufficiale del WEF: «La pomposità ostentata dai partecipanti del WEF dimostra che le presunte preoccupazioni per il clima sono delle mere frasi di circostanza», denuncia. Per il socialista, «il WEF dovrebbe ora dare prova di trasparenza e dichiarare l’impronta di CO2 causata dal summit».
Secondo Duri Campell, del PBD, queste sono invece tipiche dell’attivismo duro e puro. Il consigliere nazionale grigionese ritiene al contrario che il WEF sia sulla strada giusta: «I trasporti pubblici da e per il WEF sono stati potenziati», sottolinea. Prescrivere agli ospiti del WEF come debbano raggiungere Davos, invece, va troppo oltre, conclude.