Esperti sentiti da "Nature" criticano l'affrettata registrazione del preparato: «Non è adeguatamente testato».
LONDRA - Avventata, sconsiderata e basata su pochi dati: così esperti e ricercatori di tutto il mondo, intervistati dalla rivista "Nature", valutano la registrazione del vaccino russo anti-Covid annunciata ieri dal presidente russo Vladimir Putin. Preoccupa soprattutto la sicurezza poiché non c'è stata una sperimentazione su larga scala.
Per François Balloux, dello University College di Londra, «è una decisione avventata e incosciente. Fare vaccinazioni di massa con un vaccino non testato adeguatamente non è etico», afferma, mentre per Svetlana Zavidova, capa dell'Associazione delle organizzazioni per gli studi clinici in Russia, è «ridicolo dare l'autorizzazione sulla base di questi dati».
Secondo gli esperti sentiti da "Nature", inoltre, questa eccessiva fretta della Russia nel registrare il vaccino potrebbe minare gli sforzi globali nello sviluppo di un vaccino di qualità e la fiducia della gente. «Qualsiasi problema nella campagna vaccinale russa potrebbe essere disastroso per i suoi effetti negativi sulla salute e nell'accettazione generale della popolazione dei vaccini», rileva Balloux.
Come ha spiegato ieri Putin, l'approvazione al vaccino è stata data anche se non è stata completata la fase 3 di sperimentazione, in cui normalmente si testa il farmaco o vaccino su migliaia di persone per verificarne sicurezza ed effetti collaterali. Il vaccino russo è stato provato solo su 76 volontari, ma i risultati di questa sperimentazione non sono stati pubblicati. Secondo il certificato di registrazione, tutti i 38 partecipanti che hanno ricevuto una o due dosi di vaccino hanno prodotto anticorpi contro la proteina Spike, che permette al nuovo coronavirus d'infettare le cellule umane.
Per Peter Hotez, del Baylor College di Houston, il vaccino russo «indurrà una discreta risposta immunitaria. A livello tecnico non è molto complicato sviluppare un vaccino. La parte difficile è produrlo secondo i criteri di qualità e assicurare che sia sicuro e funzioni anche su una sperimentazione più vasta».
Anche l'immunologo Danny Altmann, dell'Imperial College di Londra, conferma di «non aver trovato alcun dettaglio pubblicato del protocollo vaccinale», e teme che il vaccino possa causare una malattia più «grave, cosa che accade quando gli anticorpi generati dal vaccino entrano nelle cellule, dopo l'esposizione al virus».
Inoltre, secondo Svetlana Zavidova, «senza il completamento della fase 3 non sarà chiaro se il vaccino prevenga o meno il Covid-19 e se causi effetti collaterali, per le lacune nel sistema di monitoraggio russo sugli effetti dei farmaci, che non è il migliore».
La fase 3 su un numero più vasto di volontari dovrebbe partire già oggi: saranno coinvolte 2'000 persone tra Russia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Brasile e Messico, e la produzione di massa del vaccino dovrebbe iniziare a settembre. Lo riporta il sito della rivista "Science", citando il sito russo dedicato al vaccino. Secondo il certificato di registrazione, il preparato sarà dato su larga scala non prima del 1° gennaio 2021, presumibilmente dopo il completamento della sperimentazione.