Lo afferma uno studio ad hoc condotto dall'Università di Oxford.
La politica vaccinale britannica non cambierà, almeno per il momento.
OXFORD - La vaccinazione eterologa, ovvero la combinazione tra due diversi preparati anti-coronavirus, ha dato buone risposte. È il risultato offerto da uno studio condotto dall'Università di Oxford.
Lo studio - Questo studio, denominato Com-Cov, è condotto dall'Oxford Vaccine Group (il responsabile della sperimentazione è il professore associato Matthew Snape) e si appoggia su una rete di siti di sperimentazione in tutto il Regno Unito. Lo studio è finanziato dalla Vaccine Task Force e dal National Institute for Health Research (NIHR). «I nostri ricercatori stanno lavorando duramente per ottenere i risultati disponibili» in modo da avere dati utili per «la politica d'immunizzazione del Regno Unito il più rapidamente possibile», afferma il prestigioso ateneo britannico.
Gli scienziati hanno paragonato la risposta immunitaria dopo due dosi del vaccino Comirnaty (quello di Pfizer-BioNTech), due di Vaxzevria (sviluppato da AstraZeneca) e dopo aver mixato i due sieri. Il campione è stato di 850 volontari, di età pari o superiore ai 50 anni. Le dosi sono state somministrate a distanza di quattro settimane l'una dall'altra.
Le combinazioni - Tutte e tre le combinazioni prese in esame hanno funzionato bene. La migliore è risultata essere la doppia dose di Pfizer, seguita dalla somministrazione di AstraZeneca alla prima dose e Pfizer alla seconda. Cala leggermente l'efficacia invertendo i due preparati, prima Comirnaty e poi Vaxzevria. La doppia dose di AstraZeneca è quella che ha attivato il minor numero di anticorpi.
Il professor Snape ha spiegato come i risultati dello studio non vadano a modificare la politica della doppia somministrazione con lo stesso vaccino. «Sappiamo già che entrambi i programmi standard (due dosi di Pfizer e due di AstraZeneca, ndr) sono molto efficaci contro malattie gravi e ricoveri ospedalieri, anche contro la variante Delta se somministrati a distanza di 8-12 settimane». L'intervallo più lungo «si traduce in una migliore risposta immunitaria». Il mese prossimo saranno invece disponibili i risultati degli studi a dose mista per un intervallo di 12 settimane tra prima e seconda somministrazione.
Utile per il futuro - Il vicedirettore della Sanità britannica, Jonathan Van-Tam, ha accolto con favore la conferma dell'efficacia della vaccinazione eterologa. Al momento, ha spiegato, non c'è motivo di modificare gli attuali programmi di vaccinazione - che prevedono due dosi dello stesso preparato, ma ha aggiunto che l'eventualità del mix può essere presa in considerazione in futuro. «Mischiare le dosi potrebbe fornirci una flessibilità ancora maggiore per un programma di richiamo, supportando anche i paesi che devono andare avanti con il lancio dei loro vaccini e che potrebbero avere difficoltà di fornitura».
La vaccinazione eterologa è proposta in varie nazioni - Spagna, Germania, Italia e così via - principalmente a causa della decisione di non somministrare più il vaccino di AstraZeneca al di sotto di una certa fascia di età. In quel caso, il richiamo viene effettuato con i preparati di Pfizer o Moderna.