L'attacco hacker contro la Regione Lazio non è ancora stato debellato, è stato chiesto un riscatto in Bitcoin
ROMA - Non è stato ancora neutralizzato l'attacco hacker che ha colpito il database del Centro di elaborazione dati (Ced) della Regione Lazio. Un'aggressione digitale che è stata definita «molto potente» e che ha agitato i sonni delle autorità italiane. «La situazione è drammatica. Nessuno sa cosa accadrà nelle prossime ore» ha confidato una fonte a Repubblica.
I dati dei vaccinati - I tecnici sono al lavoro per difendere l'integrità delle banche dati, più ancora che per ripristinare le piattaforme sanitarie (compresa quella della campagna vaccinale). Quei dati sono particolarmente sensibili: ci sono anche quelle delle massime cariche dello Stato italiano, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, e così via. Così come quelli di tutti i cittadini che si sono vaccinati contro il coronavirus.
L'attacco blocca le prenotazioni per chi si deve ancora immunizzare ma anche il rilascio del Green Pass, che da venerdì sarà richiesto per un numero sempre maggiore di attività.
CryptoLocker - In queste ore è emerso che il Ced laziale è stato colpito da una vecchia conoscenza degli esperti di sicurezza informatica: CryptoLocker, un software vecchio di otto anni e "aggiornato" circa quattro anni fa. La tecnica è quella del ransomware: l'accesso ai sistemi può essere sbloccato solo dietro il pagamento di un riscatto, che nel caso particolare è stato richiesto in Bitcoin. Difficile che le autorità italiane arrivino a pagare, ma è certo che l'attacco mette in ansia tutti coloro che sanno che i propri dati sensibili sono a rischio.
Chi ha colpito il Ced della Regione Lazio? Ancora non è stato rivelato, ma sembra trattarsi di una di quelle organizzazioni transnazionali (spesso con base in Russia, dicono i dati) specializzate in questo tipo di crimini informatici. Nel caso specifico, spiega ancora Repubblica, il blitz sarebbe «partito dalla Germania» e avrebbe sfruttato il pc lasciato aperto di un dipendente della società d'informatica LazioCrea.
La direttrice della Polizia postale italiana, Nunzia Ciardi, ha spiegato a Giornalettismo: «Chi viene colpito da questo tipo di malware e ha un sistema di backup, scollegando la rete può rimettere in piedi il sistema recuperando i dati da quelli su cui ha fatto il backup. La Regione ha di certo il backup».