È uno dei tanti organizzati da un gruppo transalpino. Motivo: per la Cassazione non sono perseguibili
ROMA - Lo Space Travel rave di Viterbo non è un caso isolato. Sembrerebbe che gli organizzatori arrivino direttamente dalla Francia e che prima di questo avessero messo insieme i rave, sempre clandestini, di Brescia e Pisa. Uno scalino legale sarebbe all’origine della scelta di organizzare dei party illegali in Italia.
Secondo le indagini i festaioli che si trovavano a Viterbo fino a due giorni fa, sono gli stessi che lo scorso 19 giugno erano stati fermati a Nizza. E che dato il flop si erano spostati prima a Brescia, dove il rave era stato inconcludente, e poi a Pisa, dove a inizio luglio le feste abusive regnavano. Per infine arrivare nel Lazio, ultima festa che fa da sfondo alla morte di un 25enne inglese.
Come riporta Repubblica sembra che nella retroguardia dei rave ci sia un’organizzazione internazionale a guida francese e che questa si muova secondo un piano ben preciso. La fase uno sta nell’individuare un terreno, poi bisogna capire cosa c’è intorno e se è facilmente raggiungibile e infine si comunica l’evento con un mese di anticipo via Telegram.
Nel corso dell’ultimo rave a Viterbo la polizia ha identificato gli organizzatori, ma tutti loro affermano di essere solo dei portavoce. E questo basta per non avere guai con la legge.
Ma le forze dell’ordine, in quest’ultimo caso, non hanno avuto a che fare solo con gruppi francesi, anche se rappresentavano la maggioranza. Presenti anche gruppi italiani del Centro e del Nord. Motivo per il quale i volantini “Game over” che giravano per annunciare la fine anticipata della festa - pare per l'insistenza proprio della polizia - fossero sia in italiano che in francese.
Ciò che ha portato il gruppo a organizzare finora tre rave party in Italia potrebbe essere la decisione della Cassazione in cui i party abusivi non sono perseguibili. E in Francia la musica è tutta un’altra.
Sono diversi i casi di arresto e di repressione violenta da parte delle forze dell’ordine nei confronti dei ragazzi che partecipano alle feste abusive. Lo scorso giugno un ragazzo in Bretagna ha infatti perso la mano a causa di un petardo lanciato, a detta dei partecipanti, proprio dagli agenti.