L'annuncio del primo ministro israeliano Naftali Bennett: «Saremo ancora pionieri. Il mondo ci seguirà».
Israele è stato il primo paese ad avviare, un anno fa, la campagna di vaccinazione contro il Covid-19. E lo ha fatto a passo spedito, "celebrando" - solo pochi mesi dopo - il superamento della pandemia. Poi però sono arrivate le nuove varianti.
GERUSALEMME - Omicron è una sorta di "scheggia impazzita" che ha scompaginato il panorama in tutto il mondo. La sua comparsa ha portato a conseguenze rapide: giri di vite un po' dappertutto, nuove restrizioni e il vantaggio di chi si era vaccinato subito che diventa un - le virgolette sono d'obbligo - "punto debole". Lo abbiamo visto anche in Svizzera, con la versione "plus" del concetto 2G che di fatto assegna un bonus a chi si è vaccinato solo di recente. E lo si vede in Israele, la prima della classe per distacco un anno fa nel dare il via alle campagne vaccinali e ora già alle prese con le quarte dosi.
I primi a potersi mettere in fila saranno i cittadini ultrasessantenni e il personale sanitario. Così ha deciso, previo consulto con la task-force nazionale, il premier Naftali Bennett, che in una nota ufficiale ha annunciato che Israele farà di nuovo da apripista anche in questa nuova fase dell'emergenza pandemica. «Il mondo ci seguirà», ha scritto il Primo ministro israeliano in un tweet pubblicato al termine dell'incontro con il gabinetto nazionale sul coronavirus. Il Paese del Vicino oriente sarà così il primo al mondo a somministrare ufficialmente anche la quarta dose di vaccino contro il Covid-19. Stando a quanto riporta il Jerusalem Post, l'accesso sarà consentito a partire da quattro mesi dopo la terza dose (la cui distribuzione ha preso il via ufficialmente agli inizi di agosto).
«Non possiamo prevenire questa ondata»
Anche con la comparsa della nuova variante lo Stato di Israele aveva giocato di anticipo, ritagliandosi un vantaggio che si è però nel frattempo esaurito.
«La variante Omicron in Israele si sta diffondendo esattamente come avevamo previsto. Circa tre settimane e mezzo fa, proprio qui, in questo consesso, è stata presa la lungimirante decisione di chiudere le frontiere di Israele agli stranieri di tutto il mondo. Questo ci ha garantito un vantaggio di almeno un mese rispetto ai nostri amici in Europa e negli Stati Uniti. Ora però stiamo assistendo al raddoppio dei casi confermati e quindi entrando in una fase di crescita esponenziale» e «ci aspettiamo che la tendenza prosegua in questo modo, ogni due o tre giorni» ha spiegato Bennett al suo gabinetto. La situazione, in altre parole, ha intrapreso un binario a senso unico. «Non possiamo prevenire questa ondata: non esiste tale possibilità. Tuttavia, possiamo fornire ai cittadini israeliani gli strumenti con cui proteggersi dai decorsi gravi della malattia».