Si tratta del quarto evento di questo tipo in soli sei anni. L'Australia continua ad essere al centro delle critiche
SYDNEY - Un nuovo sbiancamento di massa ha interessato parte della Grande Barriera Corallina. Lo hanno confermato le autorità australiane. Sul posto è giunta anche una missione di monitoraggio di 10 giorni dell'Unesco, per valutare se la barriera possa perdere il suo eccezionale valore universale, e quindi finire nella lista delle meraviglie "in pericolo".
Si tratta del quarto evento di questo tipo in soli sei anni. Anche in questo caso la causa è la temperatura eccessiva dell'acqua marina. In alcune zone della barriera gli studiosi hanno riscontrato un aumento della temperatura di ben 4°C al di sopra della media. L'evento si è verificato nonostante la Niña, un sistema meteorologico che favorisce l'abbassamento della temperatura. Ecco perché gli scienziati insistono con i governi per accelerare le azioni legate alla lotta ai cambiamenti climatici.
Lo sbiancamento si verifica quando i coralli espellono le alghe che vivono sulla loro superficie. «È importante notare che il corallo sbiancato è stressato ma è ancora vivo. Se le condizioni migliorano, i coralli sbiancati possono riprendersi da questo stress, come è avvenuto nel 2020 quando si è verificata una mortalità dei coralli molto bassa associata a un evento di sbiancamento di massa» ha dichiarato in una nota la Great Barrier Reef Marine Park Authority.
La Grande Barriera Corallina si estende per circa 2'300 chilometri al largo della costa nord-orientale dell'Australia, e costituisce uno degli ecosistemi più ricchi di biodiversità al mondo. Il primo evento di sbiancamento di massa si è verificato nel 1998. Successivamente sono stati osservati anche nel 2002, 2016, 2017 e 2020, ricorda la Bbc.
L'Australia è stata più volte criticata per non aver affrontato seriamente i cambiamenti climatici, soprattutto per quanto riguarda l'abbandono dei combustibili fossili. Lunedì il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha nominato proprio l'Australia quando ha parlato di «resistenza alla transizione energetica».