È la risposta di Mosca ai processi di Kiev contro i militari russi per crimini di guerra
MOSCA - Mosca apre un nuovo fronte nella guerra contro l'Ucraina. Ai processi di Kiev contro i militari russi per crimini di guerra e al lavoro documentale già in corso per portare i più alti responsabili davanti a una corte internazionale, la Russia risponde con l'ipotesi di istituire un tribunale in stile Norimberga per processare i combattenti evacuati dall'acciaieria Azovstal.
Un'idea che molti analisti internazionali hanno già bollato come grottesca ma che è sostenuta con convinzione nei territori occupati del Donbass e della Crimea.
«Stiamo progettando di organizzare un tribunale internazionale sul territorio della repubblica» ha affermato Denis Pushilin, leader della Repubblica popolare di Donetsk, riporta il Guardian. Pushilin ha evocato come modello il processo di Kharkiv del 1943 quando un tribunale militare sovietico ha processato e condannato tre tedeschi e un collaborazionista sovietico per crimini di guerra, giustiziati il giorno dopo la conclusione del processo, il 19 dicembre 1943. Secondo Serghei Aksёnov, a capo del governo filorusso della Crimea, un tribunale nell'Ucraina orientale occupata dalla Russia, dove le autorità locali sostengono la pena di morte, servirebbe da «lezione per tutti coloro che hanno dimenticato le lezioni di Norimberga».
I russi «stanno cercando di creare un contrappeso a causa di tutti i discorsi della Corte penale internazionale e dei procedimenti giudiziari ucraini» sui crimini di guerra ha osservato Philippe Sands, professore di diritto all'University College di Londra, parlando con il Guardian. Sarebbe «un processo politico il cui scopo è presentare una narrazione particolare sulla guerra che supporti l'argomento della denazificazione che Putin ha avanzato, che sostiene la sua affermazione che l'Ucraina è guidata dai nazisti e che ci sono legami diretti tra i collaboratori ucraini durante la seconda guerra mondiale e i soldati ucraini di oggi» ha affermato Francine Hirsch, professoressa di storia all'Università del Wisconsin-Madison. Un esperto, riporta il Guardian, ha definito l'idea del tribunale una distorsione orwelliana del linguaggio dei diritti umani del dopoguerra.
In sostanza un processo politico farsa a uso e consumo dell'opinione pubblica russa. Ma anche una giustificazione dell'invasione dell'Ucraina ai fini della “denazificazione” ripetutamente invocata da Mosca che costituirebbe, nell'idea dei promotori, un legame ideale e 'nobile' con la vittoria sovietica della Seconda guerra mondiale contro il nazifascismo. E anche un modo per bypassare un possibile scambio di prigionieri che riporterebbe a casa in Ucraina gli odiatissimi “nazisti” del reggimento Azov colpevoli, tra l'altro, di aver resistito per mesi ritardando la conquista completa di Mariupol da parte russa.