Lo ha stabilito la Corte suprema giapponese che ha respinto una richiesta di risarcimento danni per l'incidente del 2011
OKUMA - La Corte suprema del Giappone ha respinto la richiesta di risarcimento dei danni a carico dello Stato per circa 3'700 persone, le cui vite sono state gravemente colpite dal disastro nucleare di Fukushima nel 2011.
La Corte considera l'operatore Tokyo Electric Power (Tepco), l'unico imputabile per i circa 1,4 miliardi di yen (10 milioni di euro) di risarcimento nelle quattro cause. Una responsabilità che era stata già finalizzata in marzo dallo stesso organo competente
La sentenza odierna - la prima di questo tipo emanata dalla Corte Suprema, riguardava quattro cause intentate nelle prefetture di Fukushima, Gunma, Chiba ed Ehime, e si concentrava sull'affidabilità di una valutazione delle attività sismiche rilasciata da un gruppo di esperti governativi nel 2002, nove anni prima dell'incidente.
Si cercava in sostanza di determinare in che modo il governo avrebbe potuto prevedere il rischio di un enorme tsunami sulla base di questo rapporto, e se l'incidente avrebbe potuto essere evitato con l'adozione di misure precauzionali imposte all'operatore della centrale.
Sono almeno 30 le cause legali presentate in tutto il Giappone da persone costrette ad evacuare dalle loro abitazioni, e le cui vite sono state fortemente colpite dal disastro provocato dal terremoto e dal successivo tsunami, con la propagazione delle radiazioni che ne è seguita.