Le forze del Cremlino perdono slancio dopo la conquista di Lysynchask. I tavoli sul grano non sbloccano altri negoziati
Se nessuno spiraglio si vede ancora per un cessate il fuoco in Ucraina, una schiarita si è registrata ieri (qui il nostro live) per una possibile intesa che permetta la ripresa delle esportazioni di grano dai porti ucraini del Mar Nero. Dopo ore di trattative ospitate a Istanbul tra delegazioni militari di Russia, Ucraina, Turchia e rappresentanti dell'Onu, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha detto che «passi significativi» sono stati fatti verso una soluzione, che a suo parere potrebbe essere raggiunta già durante un nuovo incontro fra le parti programmato la settimana prossima nella megalopoli turca, dove potrebbe volare lui stesso.
Sul fronte della guerra, le forze d'invasione hanno continuato la loro lenta avanzata nel territorio del Donbass. Le milizie dell'autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk, alleata di Mosca, hanno detto di avere conquistato la località di Seversk, nella provincia di Donetsk. Mentre i bombardamenti russi sono proseguiti nelle ultime 24 ore su diverse regioni lungo la linea che nell'est del Paese divide le forze di Mosca e quelle di Kiev. Da Sumy, nel nord, a Kharkiv, dove secondo il governatore un civile è rimasto ucciso e altri cinque feriti. E poi più a sud la provincia di Donetsk, dove le autorità locali denunciano la morte di un civile e il ferimento di altri cinque nella località di Bakhmut.
Bombe su Izium, morti due civili
Due civili sono stati uccisi e 15 feriti in un bombardamento ucraino sulla città di Izium, nel nord-est dell'Ucraina, secondo quanto riferisce l'agenzia Tass citando fonti dell'amministrazione provvisoria sotto occupazione russa. Le forze alleate dell'esercito russo e delle milizie dell'autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk controllano Izyum e alcune altre città della regione di Kharkiv. La linea del fronte è tuttavia vicina e queste località sono frequentemente bombardate dalle forze ucraine. (Fonte ats)
Sale ancora il bilancio di Vinnytsia
È salito a 21 morti il bilancio dell'attacco missilistico russo di questa mattina sulla città ucraina di Vinnytsia, nel centro del Paese. Altre 46 persone sono date per disperse. Secondo l'ultimo bollettino fra i 21 morti figurano tre bambini. 52 sono rimaste ferite, 34 sono in gravi condizioni. In seguito al raid russo 55 edifici e 40 auto sono stati danneggiati. Kyrylo Tymoshenko, vice capo dell'ufficio del presidente ucraino, ha dichiarato secondo Ukrinform che Vinnytsia è stata colpita con missili da crociera Kalibr lanciati da un sottomarino russo nel Mar Nero. (Fonte ats)
L'Olanda sostiene la richiesta di tribunale speciale
«L'aggressione della Russia ai danni dell'Ucraina è la madre di tutti i crimini, se l'invasione non ci fosse stata non saremmo qui a discutere della necessità delle indagini: la richiesta dell'Ucraina d'istituire un tribunale speciale sui crimini di guerra ha una sua legittimità, perché, per quanto ho capito, dobbiamo riempire un vuoto poiché la Corte Penale Internazionale non ha la piena giurisdizione». Lo ha detto il ministro degli Affari Esteri dei Paesi Bassi, Wopke Hoekstra, al termine della conferenza dell'Aja sull'Ucraina. «L'Olanda vedrà cosa si potrà fare, di certo non sarà facile», ha precisato. (fonte ats)
Zelensky all'Aja per chiedere un tribunale speciale sui crimini di guerra
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenendo alla conferenza dell'Aja sull'Ucraina, ha chiesto la creazione di un "tribunale speciale" che giudichi i crimini di guerra russi. «Le istituzioni giudiziarie esistenti non sono in grado di assicurare alla giustizia tutti i colpevoli. Pertanto è necessario un tribunale speciale per affrontare i crimini dell'aggressione russa contro l'Ucraina», ha dichiarato Zelensky all'assemblea in collegamento video. (fonte ats)
«Schierarsi col nemico è alto tradimento»: la legge firmata da Putin
Il Presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge che equipara all'alto tradimento lo schierarsi dalla parte del nemico in una situazione di azione militare. E rende un crimine per i cittadini russi prendere parte a un conflitto non nell'interesse della Russia. È quanto si legge nel documento pubblicato sul portale ufficiale di informazione legale, a quanto riporta la Tass. Se il disegno di legge verrà adottato, tali azioni saranno punibili con una pena fino a 20 anni di carcere. Passare dalla parte del nemico significa partecipare come parte delle «forze (truppe) di uno Stato straniero, di un'organizzazione internazionale o straniera che si oppone direttamente alla Russia in un conflitto armato, in azioni militari o in altre azioni che prevedono l'uso di armi e materiale militare», dice la legge. (fonte ats)
Londra, altri 2.5 milioni di sterline per le indagini sui «crimini russi»
Il governo britannico uscente di Boris Johnson ha annunciato uno stanziamento aggiuntivo da 2,5 milioni di sterline e ulteriori impegni a nome del Regno Unito nell'ambito degli sforzi messi in piedi dagli alleati occidentali per arrivare a un'indagine internazionale sui crimini di guerra imputati da Kiev alle forze militari di Mosca schierate da Vladimir Putin in Ucraina. L'annuncio è stato fatto da lord Tariq Ahmad, uno dei viceministri degli Esteri della compagine Tory, durante la riunione di oggi dell'Ukraine Accountability Conference, ospitata all'Aia dalla Corte internazionale penale dell'Onu, dal ministero degli Esteri olandese e dalla Commissione Europea. (fonte ats)
Piovono missili anche Vinnytsia
Ci sono morti e feriti nella città dell'Ucraina centrale di Vinnytsia, colpita da missili russi. Lo rende noto il consiglio comunale su Telegram, riportato da Unian. «A seguito del bombardamento di Vinnytsia, ci sono morti e feriti. Quattro missili sulla regione sono stati abbattuti dalle forze di difesa aerea», affermano gli amministratori. (Fonte ats)
«La vita era quasi tornata alla normalità»
Gli attacchi di Kiev hanno distrutto metà della città ucraina di Novaya Kakhovka, occupata dai russi, nella regione meridionale di Kherson, e provocato 187 feriti: lo ha dichiarato oggi alla televisione Rossiya-24 Vladimir Leontyev, capo dell'amministrazione militare-civile del distretto, insediato dai russi. Lo riporta la Tass. «La vita era quasi tornata alla normalità a Novaya Kakhovka, e ci stavamo preparando per il nuovo anno scolastico. Gli ultimi attacchi missilistici ucraini hanno distrutto metà della città», ha dichiarato. I militari ucraini stanno continuando a bombardare insediamenti della regione di Kherson da quando Kiev ha perso il controllo della regione, ha aggiunto. (Fonte ats)
«Vengono detenuti o uccisi»
L'Osce, Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, si dice «gravemente preoccupata» per il trattamento riservato da Mosca ai civili ucraini. Nei cosiddetti «campi di filtraggio», progettati per identificare coloro che sono sospettati di legami con le autorità di Kiev, vengono effettuati, secondo testimoni, «interrogatori brutali e umilianti perquisizioni corporali», scrivono gli autori di un rapporto che sarà pubblicato oggi. Chi ha combattuto con l'Ucraina o ha legami con il reggimento Azov «viene separato dagli altri e spesso scompare». Alcuni «vengono detenuti o addirittura uccisi». (Fonte ats)
«Stanno distruggendo tutto quello che hanno di fronte»
«L'esercito russo ha lanciato 12 attacchi aerei e missilistici su aree popolate al confine tra la regione di Lugansk e la regione di Donetsk». Su Telegram il governatore ucraino di Lugansk, Serhgiy Gaidai, riportato dal Guardian, scrive inoltre: «Continuano i massicci attacchi di artiglieria e mortaio e vengono utilizzati sistemi di tiro al volo». «Attraverso piccoli insediamenti, i russi stanno cercando di sfondare a Siversk e aprire la strada a Bakhmut, motivo per cui stanno distruggendo tutto ciò che hanno di fronte. Ora sono all'offensiva in direzione di Verkhnokamyansky, le ostilità continuano». (Fonte ats)
Mattina di bombe a Mykolaiv
Potenti esplosioni dalle cinque di questa mattina a Mykolaiv, dove per tutta la notte è suonato l'allarme aereo. Lo riferiscono i media del Paese. Il sindaco Oleksandr Senkevich ha scritto un messaggio sui social: «A Mykolaiv ci sono potenti esplosioni. Continua l'allerta aerea. Chiedo a tutti di rimanere nei rifugi e di non postare foto e video dai luoghi in cui si trovano». (fonte ats)
Missili sulla zona industriale di Kramatorsk
Missili sono stati lanciati questa mattina dall'esercito russo sulla zona industriale di Kramatorsk, in Ucraina orientale. Lo riporta Unian. «Una mattinata allarmante. Missili colpiscono la zona industriale di Kramatorsk. Manca l'elettricità in alcune parti della città. Il pericolo non è passato, restate al riparo», ha scritto il sindaco Oleksandr Honcharenko sui social. (fonte ats)
«Bombe ucraine sul Donetsk», 2 morti
Due civili sono stati uccisi e cinque feriti questa sera in un bombardamento delle forze ucraine sul territorio dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr) alleata della Russia. Lo riferisce l'agenzia Tass citando la missione della Dpr presso il centro congiunto per il controllo del cessate il fuoco. Nel bombardamento gli ucraini hanno impiegato pezzi di artiglieria e missili Grad, aggiunge la fonte, affermando che sono stati danneggiati un centro di salute mentale e alcune case private. (fonte ats)
Stallo russo nel Donbass, nessun passo avanti nelle ultime 72 ore
L'artiglieria russa continua a colpire sull'ampio fronte del Donbass, ma non si registrano passi avanti. Le forze di Putin, riferisce la Difesa britannica, «non hanno compiuto conquiste territoriali significative nell'arco delle ultime 72 ore» e «rischiano ora di perdere ora lo slancio derivato dalla conquista di Lysynchask». Questa difficoltà è dovuta a «veicoli vetusti, alle armi e alle tattiche risalenti all'era sovietica, utilizzate dai russi», che «non consentono loro di guadagnare velocemente terreno». L'esercito del Cremlino potrebbe riuscire nell'impresa solo se fosse in grado di schierare in campo forze nettamente superiori a quelle di cui dispone attualmente.
Il grano non sblocca altri colloqui
Le delegazioni di Russia, Ucraina, Turchia e Nazioni Unite sono tornate a sedersi al tavolo ieri, a Istanbul, per tentare di sbloccare l'impasse dell'esportazioni sul Mar Nero. Difficilmente però, riferisce questa mattina l'intelligence britannica, questo tavolo potrà tradursi in negoziati a più ampio raggio per determinare la fine conflitto. Questa «prospettiva rimane bassa».