Da aprile sono stati registrati 1'000 casi in 35 paesi in tutto il mondo. I ricoveri preoccupano i pediatri.
Le ragione dell'aumento improvviso dei casi sono state identificate da due studi scientifici eseguiti a Londra e a Glasgow.
LONDRA - Sono state individuate le probabili cause dietro ai molti casi di epatite fulmina che hanno colpito diversi bambini durante gli scorsi mesi. Una rara malattia registrata in 35 paesi in tutto il mondo che ha interessato più di 1’000 bambini. Ricoveri d’urgenza e trapianti di fegato hanno allarmato i pediatri di tutta l’Europa che non sono riusciti però a dare una spiegazione.
Due nuovi studi - Secondo due diversi studi, eseguiti a Londra e a Glasgow, le cause dell’epatite fulminea andrebbero ricercate dalla combinazione di due virus. Un adenovirus, un virus che causa normalmente raffreddori e disturbi di stomaco, unito a un virus AAV2. L'unione avrebbe indebolito l’organismo dei piccoli rendendoli molto vulnerabili. I ricercatori hanno però identificato una terza condizione che ha permesso la diffusione di una malattia così rara: l’antigene leucocitario umano (HLA). Questa terza causa spiega anche perché l'epatite è considerata così rara nei bambini. Gli esperti confermano infatti che si tratta di una variante specifica di un gene molto raro, presente soltanto nel 15,6% della popolazione mondiale. Questo gene è stato però rilevato in 8 dei 9 casi analizzati per lo studio.
L’impatto del lockdown - Il Covid è stato quindi scagionato dalla lista dei colpevoli. I ricercatori però non escludono che la quarantena unita ai lunghi lockdown possano aver influito allo sviluppo delle difese immunitarie. I due virus responsabili della malattia infatti hanno registrato un aumento significativo nel periodo che ha seguito le riaperture e la fine dei lockdown. Nuovi studi sono attualmente in corso per confermare i risultati dei primi esami.
Durante le ultime settimane il numero dei casi di epatite acuta sembra iniziare a diminuire. L’OMS però non vuole abbassare la guardia. L'Organizzazione Mondiale per la Sanità conferma che «il trend deve essere interpretato con cautela poiché potrebbero esserci ritardi nella segnalazione e una limitata sorveglianza in molti Paesi».