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ATTUALITÀTroppi pregiudizi e paure: quando la mente scoppia

10.10.22 - 06:31
Oggi è la giornata mondiale della salute mentale. Covid, stress e lavoro tra le cause maggiori dei disturbi psichici.
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Troppi pregiudizi e paure: quando la mente scoppia
Oggi è la giornata mondiale della salute mentale. Covid, stress e lavoro tra le cause maggiori dei disturbi psichici.

ROMA - L’argomento è di stretta attualità sulla scia della trasmissione televisiva il Grande Fratello Vip, dove un concorrente con disturbi mentali, Marco Bellavia, è stato bullizzato dagli altri concorrenti della trasmissione. Oggi si celebra in tutto il mondo la giornata mondiale della salute mentale, una ricorrenza nata su iniziativa della World Federation for Mental Health per aumentare la consapevolezza sui problemi legati al benessere psicologico, servirà a riaccendere i riflettori su problematiche di si parla spesso, forse mai abbastanza.

La mazzata del Covid: numeri dei disturbi mentali aumentati
I problemi di salute mentale, partono dalle preoccupazioni che tutti sperimentiamo nella nostra vita quotidiana. Si acutizzano, fino a diventare gravi condizioni di malattia, a lungo termine. Questo gravissimo problema con la pandemia ha visto crescere la richiesta di aiuto presso i centri di salute mentale ed è cresciuto in modo verticale negli adolescenti, con numeri di ingressi nelle strutture specialistiche mai visti prima.

Nel mondo, i disturbi mentali hanno colpito 970 milioni di persone nel 2019 e sono aumentati per gli effetti del Covid-19. La pandemia ha innescato un aumento del 25% dell’ansia e della depressione in tutto il mondo; mentre la schizofrenia si verifica in circa un adulto su 200; rivelando quanto i governi fossero impreparati al suo impatto sulla salute mentale e facendo emergere una carenza globale cronica di risorse per la salute mentale.

Lo stress del lavoro 
Indubbio che anche la vita frenetica di tutti i giorni incida parecchio sull’aumento dei disturbi. Tra le cause lo stress da lavoro. Non a caso si stima che circa 12 miliardi di giornate lavorative vengano perse ogni anno a causa di depressione e ansia, che costano all’economia globale quasi 1 trilione di dollari. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) hanno evidenziato in un recente studio che un miliardo di persone convivevano con un disturbo mentale nel 2019 e che il 15% degli adulti in età lavorativa ha avuto un disturbo psichico. Il lavoro amplifica questioni sociali più ampie che influiscono negativamente sulla salute mentale, come le discriminazioni e le disuguaglianze, il bullismo e la violenza psicologica (il “mobbing”).

Altro fattore di rischio recente è il cambiamento climatico. Quello che sta succedendo, tra aumento delle temperature, scioglimento dei ghiacciai e quant’altro, si associa a un aumento di frequenza e intensità di eventi atmosferici estremi, e l’impatto di essi sulla salute mentale è stato osservato nel corso degli anni, in termini di aumento di livelli di ansia, depressione, abuso di sostanze ed eventi traumatici.

Pregiudizi e cliché
Proprio sulla scia di quanto successo a Marco Bellavia nella casa del Grande Fratello Vip, isolato e poi quasi costretto al ritiro proprio per aver condiviso il suo stato depressivo, tra le ripercussioni che non fanno altro che aumentare il disagio ci sono i pregiudizi e i clichè da parte del contesto sociale. Da un'indagine realizzata dalla Doxa per il Festival della Salute Mentale Ro.Mens emerge che l'80% della popolazione, infatti, afferma di essersi relazionata con persone con disturbi mentali, dall'ansia o la depressione a forme più gravi come la schizofrenia o i disturbi bipolari. Di questi il 65% degli intervistati ritiene le persone con disturbi mentali siano pericolose o violente per se stesse e il 48% ritiene siano pericolose anche per gli altri. Pregiudizi non supportati da evidenze, che non fanno altro che isolare e peggiorare la condizione di chi sta già male di suo.

Ansia e stress, il Covid ha inciso sui giovani in Ticino
I più penalizzati, alla fine di tutto, sono stati loro, i giovani. Un trend che non ha risparmiato nemmeno la Svizzera e in particolare il Canton Ticino come ha evidenziato l’ultimo rapporto SUPSI “Crescere al tempo del COVID-19: L’esperienza di adolescenti e giovani adulti (CoSmo)” che ha analizzato le esperienze dei 14-24enni del nostro cantone.

«I giovani hanno presentato un grado maggiore di stress, ansia e solitudine, rispetto agli adulti» ha sottolineato il Responsabile del Centro competenze di psicologia applicata SUPSI Lorenzo Pezzoli. I giovani ticinesi hanno sofferto particolarmente le misure contenitive come il mantenere le distanze, il divieto di assembramenti e l'indossare le mascherine. In molti, conferma lo studio, hanno sofferto la noia, il non poter fare vita sociale, la “solitudine” delle mura di casa. Da questo punto di vista la chiusura delle scuole in regime di lockdown ha grosse ripercussioni psicologiche.

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