Una troupe di documentari televisivi in immersione ha ritrovato una parte dello Space shuttle esploso il 10 gennaio 1986
TALLAHASSE - È un ritrovamento che scuote i cuori ai vertici della Nasa. La scorsa primavera due ricercatori in immersione nel Triangolo delle Bermuda stavano cercando i resti di un aereo della seconda Guerra mondiale. Ma ciò in cui si sono imbattuti li ha lasciati stupefatti e hanno inviato le immagini registrate all'agenzia spaziale statunitense: e 37 anni dopo ecco il Challenger.
Il pezzo ritrovato misura 4,5 metri per 4,5, ma è parzialmente immerso perciò le sue reali dimensioni sono ancora ignote.
La navicella spaziale che portava a bordo sette astronauti - di cui due donne e cinque uomini - era decollata la mattina del 28 gennaio 1986. Ma poco più di 70 secondi dopo è esplosa ed è caduta in mare, portando con sé le vite di tutti gli occupanti. Il motivo dell'esplosione, racconta la Nasa in una nota, è da ricondurre a un fronte di freddo che la notte prima del decollo aveva portato le temperature sotto zero e provocato la formazione di ghiaccio sulla navetta.
Ora, 37 anni dopo, un resto della navicella è stato ritrovato in fondo all'Oceano da una troupe di documentari televisivi. «I subacquei hanno notato un grande oggetto creato dall'uomo coperto parzialmente di sabbia sul fondo del mare. La vicinanza al Florida Space Coast, insieme alla costruzione moderna dell'oggetto e alla presenza di piastrelle quadrate da otto pollici, ha portato il team del documentario a contattare la Nasa».
Come raccontato dall'amministratore della Nasa Bill Nelson, «la tragedia del Challenger rimarrà per sempre impressa nella memoria collettiva del nostro Paese. Per milioni di persone in tutto il mondo, me compreso, il 28 gennaio 1986 sembra ancora ieri. Questa scoperta ci offre l'opportunità di fermarci ancora una volta, di elevare l'eredità dei sette pionieri che abbiamo perso e di riflettere su come questa tragedia ci ha cambiato. Alla NASA, il valore fondamentale della sicurezza è – e deve rimanere per sempre – la nostra massima priorità».