Rifiuti e spazzatura di ogni genere stanno inondando il celebre deserto cileno. L'allarme della popolazione locale
ALTO HOSPICIO - Copertoni, vestiti, plastica, lamiere e carcasse d’auto. Il famoso deserto cileno di Atacama si sta trasformando in una discarica. Nell’immenso spazio, una volta incontaminato e celebrato dallo scrittore Antonio Sepulveda, non crescono soltanto le bellissime rose di Atacama ma anche rifiuti. Una distesa di spazzatura senza fine.
Imputato numero uno: il consumismo e la moda. Il Cile è infatti il principale consumatore di vestiti di tutta l’America latina. Chili di vestiti ogni anno raggiungono le coste cilene da Asia, Europa e Stati Uniti. E sistematicamente una buona parte di questi capi inutilizzati finiscono nel deserto.
«Ci sentiamo abbandonati. Sentiamo che la nostra terra è stata sacrificata ma insisto: sono persone senza scrupolo da tutto il mondo che vengono a scaricare la loro spazzatura qui», racconta esausto il sindacato di Alto Hospicio, Patricio Ferreira. «È come il cortile. Non siamo più nemmeno il cortile locale, siamo il cortile del mondo, il che è peggio, e non c'è nessuna consapevolezza del problema».
Tra la polvere del deserto, seppelliti e abbandonati, non si trovano però soltanto vestiti, ma anche tonnellate di ogni genere di rifiuti. Auto usate provenienti dal Giappone o dalla Corea contaminano il deserto fino al punto di essere stato etichettato come "il cimitero delle auto".