Entra in vigore oggi un nuovo decreto sui salvataggi. La premier italiana ha spiegato il nuovo "codice di condotta" da rispettare in mare.
ROMA - Giorgia Meloni fa la voce grossa. «Immigrazione illegale e tratta di esseri umani: è finita l’Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e fa finta di non vedere chi le viola sistematicamente». Le dichiarazioni della presidente del Consiglio, apparse sul suo profilo Instagram, giungono in concomitanza con l’entrata in vigore del decreto sulle Ong. Una nuova disposizione che introduce un “codice di condotta” per le navi che operano nel mediterraneo per salvare i migranti.
Un codice di condotta per le Ong - «Il diritto internazionale non prevede che ci sia qualcuno che può fare il traghetto nel mediterraneo o in qualsiasi altro mare e fare spola per trasferire gente da una nazione all’altra». Meloni ha poi voluto ricordare le norme di salvataggio dei migranti. Una frecciatina alle imbarcazioni delle Ong.
«Se tu ti imbatti in una imbarcazione e salvi delle persone le devi portare al sicuro, quindi non le tieni a bordo continuando a fare altri salvataggi multipli finché la nave non è piena. Questo non è un salvataggio fortuito di naufraghi».
Le nuove misure di controllo - Nel video postato la premier italiana si sofferma anche sulla coerenza tra le attività che alcune navi svolgono nel Mediterraneo e quello per cui sono registrate. «Navi commerciali che si mettono a fare la spola per il salvataggio dei migranti è una cosa che stride abbastanza».
La Meloni è pronta a imporre una serie di misure per controllare queste imbarcazioni. «Servono informazioni chiare sui meccanismi di salvataggio, regole per impedire che nel raccogliere queste persone a bordo non si metta a repentaglio la sicurezza dell'imbarcazione a cui ci si avvicina».
Le sanzioni - Le sanzioni a cui potrebbero andare incontro le organizzazioni che operano in mare sono diverse. «Se si viola quell’autorizzazione si procede con fermo amministrativo dell’imbarcazione la prima volta per due mesi, la seconda con sequestro ai fini della confisca.
Lo facciamo anche per rispettare i migranti, perché se qualcuno sta rischiando la vita ha il diritto a essere salvato. Ma è una cosa diversa farsi utilizzare dalla tratta degli esseri umani del terzo millennio e continuare a far fare miliardi di euro a degli scafisti senza scrupoli».