Per l'autore del folle gesto è stato prolungato lo stato di fermo, mentre i 4 bimbi rimasti feriti sono ancora «gravi», ma «stazionari».
ANNECY - Il giorno dopo lo shock, Annecy si sveglia ma l'incubo non svanisce. L'accoltellatore di bambini nel parco giochi è un'immagine impossibile da cancellare, «la vita riprende, ma non sarà più come prima», ripetono in molti ai giornalisti e alle tv che assediano la zona del lago.
Sul luogo dell'attacco è sorto spontaneamente un angolo del ricordo dove sostare in raccoglimento e lasciare un fiore, una candelina, un peluche con il nome di ogni bambino.
Il gesto folle del siriano Abdalmasih, per il quale è stato prolungato lo stato di fermo, resta avvolto dal mistero. La proroga del fermo dimostra che, oltre a non aver agito sotto l'effetto di alcol o droghe, non è in condizioni psicologiche tali da non poter sostenere uno stato di detenzione.
Gli inquirenti provano a interrogarlo, ma nulla trapela. Oggi sua madre è stata rintracciata dai media francesi: «Soffre di una grave depressione. Mia nuora mi ha detto che non stava mai bene, era sempre molto giù, con idee cupe, non voleva uscire di casa, non voleva lavorare... ha chiesto la nazionalità (in Svezia, ndr) ma la domanda è stata respinta. Questo lo ha probabilmente fatto impazzire».
Emmanuel Macron e la première dame Brigitte hanno visitato nei vari ospedali i bambini e l'adulto ferito. Stamattina si parlava ancora di «condizioni gravi», ma la coppia presidenziale ha rassicurato: «Notizie positive per tutti». Anche per quello che preoccupava di più, il più piccolo, l'olandese Peter di 22 mesi che è stato trasferito all'ospedale di Ginevra. Operato, è stazionario.
Gli altri tre, operati subito ad Annecy, sono stati poi trasferiti a Grenoble, dove c'è uno dei più importanti ospedali specializzati in traumatologia. Ennio, 2 anni, e la cuginetta Alba, 2 anni e mezzo, sono gravi ma - come ha riferito Macron - «stazionari». Infine la piccola inglese Ettie, di 3 anni, ormai fuori pericolo.
Dei due adulti, quello più fortunato è il settantottenne Youssouf, che ha riportato soltanto ferite leggere e non è stato neppure necessario ricoverarlo in ospedale. Più in salita il percorso di Manuel, 70 anni, non soltanto ferito più gravemente dalle coltellate ma raggiunto poi da un proiettile vagante sparato da uno dei poliziotti che hanno arrestato l'aggressore. Anche per lui operazione e - oggi - condizioni stazionarie.
Macron ha poi incontrato "l'eroe dello zaino", il giovane Henri d'Anselme, 24 anni, cattolico attivissimo sui social e sui media, immortalato ieri dai video. Lo si vede inseguire e tentare di bloccare senza paura l'accoltellatore, partecipando poi alla sua definitiva neutralizzazione. Henri si è servito dello zaino come di uno scudo per proteggersi dalle coltellate, e non ha mai smesso di inseguire l'aggressore, gridando e chiamando aiuto.
La curiosità è che dal 25 marzo, Henri d'Anselme ha cominciato un Tour de France delle cattedrali, un giro a piedi di cui dà conto quotidianamente su TikTok ai suoi follower sulla pagina "Il canto delle cattedrali*, che vanta 6.000 abbonati. Alla tv CNews che lo ha intervistato, ha spiegato: «Sul mio cammino delle cattedrali, ho incrociato il sentiero del sangue. Ho sentito una spinta interiore, ritengo di non essermi trovato lì per caso. E per me era impensabile rimanere senza fare niente».
A Macron che lo ha calorosamente ringraziato e lodato per il suo coraggio, non poteva non esprimere un desiderio che per lui era fino a ieri un sogno: «Sarei onorato di assistere all'inaugurazione di Notre-Dame» dopo il restauro. «È un impegno», gli ha risposto con un sorriso il presidente.