Alexander Lukashenko svela le parole con cui ha fatto cambiare idea al presidente russo.
E al capo della Wagner il presidente bielorusso ha detto: «Fermati o verrai schiacciato».
MINSK - Yevgeny Prigozhin è arrivato in Bielorussia. Questo almeno è quello che sostiene il dittatore bielorusso Aleksandr Lukashenko, che ha raccontato di aver chiesto a Vladimir Putin di non uccidere l'uomo che ha osato sfidarlo.
«Ho detto a Putin: possiamo ucciderlo, non è un problema. O al primo tentativo o al secondo. Ma gli ho chiesto di non farlo», ha detto Lukashenko ai funzionari della sua sicurezza ricostruendo le trattative durante l'ammutinamento.
La notizia dell'arrivo di Prigozhin a Minsk non è confermabile in altro modo, non ci sono foto che lo ritraggono, ma se dovesse rivelarsi corretta potrebbe indicare l'inizio dell'esilio per il capo dei mercenari della compagnia Wagner. Dopo che sabato notte ha messo improvvisamente fine alla marcia armata su Mosca dei suoi miliziani, Prigozhin non è stato più visto in pubblico. Ieri ha offerto la sua versione con un audio di 11 minuti. Ma ora il suo futuro resta avvolto nell'incertezza, come quello del suo famigerato gruppo Wagner.
Il trasferimento in Bielorussia di Prigozhin dovrebbe rientrare nel misterioso accordo tra il governo russo e lo stesso capo dei mercenari per mettere fine alla rivolta, almeno stando al Cremlino. Il compromesso prevede anche l'archiviazione delle accuse di ribellione armata contro i miliziani: un provvedimento che - secondo la stampa russa - sarebbe già stato adottato.
Diversi osservatori presumono che anche Prigozhin rientri in questa sorta di amnistia, come aveva promesso sabato il portavoce di Putin. Ma cosa riservi il futuro all'ex chef di Putin è tutt'altro che chiaro. I rapporti col leader del Cremlino sembrano essersi incrinati definitivamente. Nel suo discorso alla nazione di lunedì sera, Putin non ha fatto il nome del suo ex alleato, ma ha accusato gli organizzatori dell'avanzata su Mosca di essere dei traditori e allo stesso tempo ha dichiarato che «la maggior parte» dei combattenti della Wagner sono dei «patrioti». Una distinzione non di poco conto.
Non è un mistero che Prigozhin possa essere assassinato, nonostante le rassicurazioni di Lukashenko. E non si possono certo ignorare le parole di oggi di Putin. Il presidente russo ha detto che la Wagner era finanziata dallo Stato e che «una parte di questo gruppo, la compagnia Concord», la società di catering di Prigozhin, «ha guadagnato 80 miliardi di rubli». «Spero che nessuno abbia rubato nulla, ma certamente andremo a fondo in questa questione», ha avvertito Putin. Inoltre, stando a dei messaggi online analizzati dalla Bbc, alcuni membri della Wagner si sarebbero infuriati per la decisione di fermare l'avanzata verso Mosca.
Il ministero della Difesa russo sostiene intanto che siano in corso i preparativi per consegnare alle truppe regolari russe l'equipaggiamento militare pesante della Wagner. Difficile dire cosa ne sarà della compagnia. C'è chi ipotizza che sarà smantellata e chi pensa che sarà riorganizzata e continuerà a operare in Africa. Putin ieri ha dichiarato che i mercenari potranno decidere se firmare un contratto col ministero della Difesa russo, tornare alle loro case o trasferirsi in Bielorussia, proprio come Prigozhin.
Ed è proprio questo aspetto a far sorgere nuove incognite. Quanti miliziani seguiranno Prigozhin in Bielorussia? Il timore di alcuni osservatori è che siano abbastanza da rappresentare una minaccia per l'Ucraina. «Se, andando in Bielorussia», Prigozhin «ha mantenuto una forza effettiva con sé, allora rappresenta ancora una minaccia per il fianco ucraino più vicino a Kiev», ha osservato nei giorni scorsi il generale britannico Richard Dannatt in un'intervista a Sky News.
Il trasferimento dei miliziani non piace neanche alla leader dell'opposizione bielorussa in esilio, Svetlana Tikhanovskaya, secondo la quale i mercenari della Wagner rappresenteranno «un altro elemento di instabilità».
Il dittatore bielorusso però va avanti nel progetto. Lukashenko nega che in Bielorussia si stiano costruendo accampamenti per i mercenari, ma sostiene di aver offerto loro «una base abbandonata» e persino di aver chiesto al suo ministro della Difesa di sondare la possibilità di reclutare alcuni miliziani nelle forze bielorusse.
Lukashenko ha inoltre parlato della sua presunta mediazione nell'accordo tra Prigozhin e il Cremlino sostenendo in questo contesto di aver chiesto personalmente a Putin di non uccidere il capo della Wagner durante la rivolta e di aver avvisato Prigozhin che sarebbe stato «schiacciato come un insetto» se avesse proseguito ad avanzare verso Mosca. Poi ha parlato delle armi tattiche nucleari che Putin vuole dispiegare in Bielorussia: secondo il satrapo di Minsk, una «parte significativa» di queste armi sarebbe già stata consegnata.