Per il direttore di "Iran Human Rights", «la pena capitale è utilizzata per creare timore nella società e per impedire nuove proteste».
TEHERAN - Almeno 354 condanne a morte, sei nei confronti di donne, sono state eseguite in Iran dall'inizio dell'anno. Lo denuncia la Ong con sede in Norvegia Iran Human Rights.
Il 20% delle condanne eseguite riguarda prigionieri della minoranza beluci mentre c'è stato un aumento del 126% delle condanne a morte eseguite per crimini relativi allo spaccio di droga che sono in tutto 206.
Il mese di maggio è stato quello dove sono state eseguite più condanne con 142 esecuzioni. «La pena capitale è utilizzata per creare timore nella società e per impedire nuove proteste. La maggior parte di coloro che sono stati uccisi sono vittime a basso costo della macchina del massacro, imputati per droga che provengono dalle comunità più marginalizzate», ha affermato Mahmood Amiry-Moghaddam, il direttore di 'Iran Human Rights', secondo cui il numero delle condanne eseguite quest'anno potrebbe essere ancora maggiore di quello denunciato perché molte esecuzioni non vengono ufficialmente riportate.