Si è svolta oggi la marcia per il giorno dell'indipendenza della Polonia: tra le tante bandiere nazionali anche qualche croce celtica.
VARSAVIA - Erano attesi molti di più: invece alla marcia per il Giorno dell'Indipendenza della Polonia, tradizionalmente ritrovo delle destre e delle ultradestre nazionaliste, ultracattoliche e xenofobe, anche dall'estero, hanno partecipato in 40'000 - secondo il sindaco di Varsavia -, attraversando il centro della capitale con migliaia di bandiere nazionali bianco-rosse, crocefissi e anche croci celtiche, con la partecipazione di militanti di estrema destra e di tifosi di calcio.
Una marcia, dal centro storico di Varsavia fino allo stadio nazionale, i cui numeri - in passato hanno partecipato fino a 250'000 persone - sono risultati sotto le aspettative degli organizzatori, fra loro divisi.
Ma quest'anno la marcia ha assunto i toni di una protesta contro la coalizione fra il centrista liberale Piattaforma Civica di Donald Tusk, il partito conservatore Terza Via e la sinistra (Lewica), che si appresta a formare un governo dopo il fallimento dell'incarico all'ultraconservatore, populista, anti-immigrati ed euroscettico Pis (Diritto e Giustizia) di Jaroslaw Kaczynski.
Quest'ultimo, al potere da otto anni, nel voto di ottobre ha infatti avuto la maggioranza relativa ma non ha la maggioranza al Sejm, il Parlamento, e, politicamente isolato, non può neanche usufruire dell'appoggio del partito di estrema destra Confederazione, crollato elettoralmente.
In questa situazione, molti polacchi a destra temono una progressiva erosione della sovranità nazionale in favore dell'Unione europea e una maggiore apertura nei confronti dell'immigrazione. «Possiamo aspettarci, con molta probabilità, una modifica dei trattati europei che colpirà la sovranità e l'indipendenza della Polonia sullo scacchiere internazionale e in particolare all'interno dell'Europa», ha dichiarato ad Al Jazeera il capo organizzatore della marcia di Varsavia, Bartosz Malewski.
Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo e primo ministro polacco in pectore, ha dichiarato che la celebrazione dell'indipendenza è un evento che «appartiene a tutti i polacchi». «Se qualcuno usa la parola "nazione" per dividere e seminare odio, sta agendo contro la nazione. Oggi la nostra nazione sta celebrando l'indipendenza, l'intera nazione, tutta la Polonia», ha dichiarato Tusk, che non ha partecipato all’evento.
Il Giorno dell'Indipendenza celebra la ritrovata indipendenza della Polonia nel 1918, al termine della Prima Guerra Mondiale e dopo 123 di spartizione fra la Prussia-Impero tedesco, l'Impero austro-ungarico e l'Impero russo.