«Non possiamo eliminare gradualmente l'uso di questa fonte energetica»
DUBAI - Alcuni ministri arabi, riuniti oggi a Doha in Qatar per una conferenza sulla cooperazione regionale nel settore petrolifero, hanno criticato con forza la proposta di un'uscita graduale dai combustibili fossili, tema che divide alla Cop28 in corso a Dubai.
Il ministro del petrolio kuwaitiano Saad al-Barrak ha definito la pressione un «attacco aggressivo», accusando i paesi occidentali di cercare di dominare l'economia globale attraverso le energie rinnovabili. Secondo lui si tratta di «una lotta per la nostra libertà e i nostri valori».
Da parte sua, il ministro del petrolio iracheno Hayan Abdel-Ghani, ha dichiarato che «i combustibili fossili rimarranno la principale fonte di energia nel mondo». «Non possiamo eliminare gradualmente l'uso di questa fonte energetica», ha detto. «Come paesi arabi, produciamo questa energia, ma non siamo l'origine delle emissioni», ha sostenuto, scaricando questa responsabilità sui paesi consumatori, che «devono sviluppare tecnologie per ridurre le loro emissioni».
Mohamed bin Mubarak bin Daina, ministro del petrolio e dell'ambiente del Bahrein, ha affermato che l'oro nero è «un fattore essenziale nelle nostre economie». «Dovremmo concentrarci su questo settore, preservarlo e consumare i suoi derivati in modo equilibrato», ha aggiunto, chiedendo una riduzione delle emissioni e un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili.
Anche rappresentanti di Algeria, Libia e Oman, nonché il ministro dell'energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, hanno partecipato alla conferenza di due giorni dell'Organizzazione dei paesi arabi esportatori di petrolio (Opec) che si tiene in Qatar, un paese ricco di gas.