Si è aperto oggi il Consiglio europeo a Bruxelles. Tema caldo: l'approvazione di un nuovo pacchetto di aiuti all'Ucraina. Tutte le incognite
BRUXELLES - Debutta questa mattina a Bruxelles il Consiglio europeo, un vertice di due giorni che dovrà decidere, tra i molti temi sul tavolo delle trattative, l'approvazione di un nuovo pacchetto di aiuti a Kiev e l'avvio delle discussioni per l'adesione dell'Ucraina al club dei 27. Un piano di finanziamenti vitale per sostenere lo sforzo bellico ucraino nella guerra contro la Russia.
Si prospettano due giorni di intense trattative. «Non è un segreto che questo Consiglio europeo sarà difficile, ma non demordo, lavoreremo molto nelle prossime ore e conto sul senso di responsabilità comune da tutte le parti, per renderci più forti e più influenti per proteggere i nostri comuni interessi ovunque nell'Ue», ha spiegato ieri il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. L'incognita principale? Il premier ungherese Viktor Orban. Il suo veto potrebbe vanificare i 50 miliardi promessi a Kiev e bloccare l'inizio delle discussioni per l'adesione dell'Ucraina all'Unione europea. «L'Ucraina non è realmente in grado di avviare negoziati, ma a causa della guerra, per ragioni geostrategiche, diciamo politiche, dobbiamo avviare i negoziati con loro. Penso che sia un errore. Questo è un errore, stiamo distruggendo l'Unione Europea», ha affermato Orban ancora oggi prima del summit, senza lasciare spazio a interpretazioni.
Eppure c'è ancora un margine di manovra. Insomma il premier magiaro tenendo in scacco il consiglio europeo spera di ottenere (tutti) i fondi europei congelati nel 2022 a causa di chiare violazioni dei diritti umani perseguiti dal suo governo. Un primo passo verso l'apertura delle trattative è stato fatto ieri dalla Commissione europea che ha concesso una parte dei 31 miliardi bloccati. 10,2 miliardi che, secondo quanto già annunciato dallo stesso Orban, potrebbero però non bastare.
La decisione della Commissione è stata giustificata con i progressi del governo magiaro nel rispetto dei diritti umani. Eppure non sono mancate le critiche e i malumori. «Ci sono state troppe lettere aperte, troppe interviste negli ultimi giorni. Finalmente ora ci sediamo allo stesso tavolo e ne discutiamo. Tra l'altro Orban è il mio vicino di banco», ha spiegato il premier belga, Alexander De Croo. «Che sia chiaro: non siamo al bazar ungherese dove si può barattare tutto. Questo è un momento in cui dobbiamo dimostrare che continuiamo a sostenere l'Ucraina in piena unità», ha tagliato corto. Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'eurodeputato portoghese Pedro Marques. «Questo tipo di gioco politico non è la strada da percorrere con un prepotente come Orban, con un autocrate come Orban».
Il secondo tema caldo di oggi riguarderà il futuro di Kiev nell'Unione. Ma perché è importante avviare le discussioni per l'adesione del Paese guidato da Zelensky proprio ora? Un primo passo dall'alto valore simbolico. «Alla vigilia del vertice del Consiglio europeo sono stati discussi i risultati attesi riguardo all'Ucraina, che dovrebbero dimostrare il fermo sostegno e l'unità dell'Unione europeo. Sono necessari per rafforzare la stabilità dell'Ucraina di fronte all'aggressione russa e nel cammino verso l'adesione all'Ue», ha affermato il presidente ucraino su Telegram.