Ancora tanti punti interrogativi sospesi nel vuoto. Il punto su quanto accaduto sabato e sulle possibili conseguenze per le elezioni.
WASHINGTON - «Un’esperienza surreale. Non dovrei essere qui, dovrei essere morto». A poche ore dall'attentato, avvenuto sabato pomeriggio, 13 luglio, durante il comizio elettorale in Pennsylvania, Donald Trump ha subito rotto il silenzio in un'intervista al New York Post a bordo del suo aereo diretto a Milwaukee per la Convention nazionale repubblicana.
Ancora tante domande senza risposta - Nel frattempo i contorni dell'attacco iniziano a definirsi con precisione. L'attentatore, il 20enne Matthew Crooks, è stato identificato e poi ucciso. Trump è fuori pericolo. E Biden ha aperto un’indagine per tentato omicidio.
Eppure non mancano i punti interrogativi sospesi ancora (e chissà per quanto) nel vuoto. In primis la questione che tiene banco a Washington è l’operato dei servizi segreti americani. Come ha potuto un ragazzo armato avvicinarsi e sparare a poco più di 150 metri dal palco? Non è chiaro perché i servizi segreti non abbiano messo in sicurezza l’area e perché gli agenti abbiano impiegato così tanto tempo per reagire.
I servizi segreti nell'occhio del ciclone - Una faglia nella sicurezza che, secondo l'analista della Cnn per la sicurezza nazionale, Juliette Kayyem, dovrebbe portare Biden a rimuovere dall’incarico Kimberly Cheatle, attuale capo del Secret service, l'agenzia che si occupa della protezione dei presidenti degli Stati Uniti e delle loro famiglie. «Se questa agenzia vuole andare avanti, le persone devono pagare le conseguenze dei loro fallimenti».
Ma non è tutto. Il movente che ha spinto il 20enne a compiere l’attentato rimane tuttora avvolto nell’ombra. Secondo le prime informazioni Crooks avrebbe agito da solo e senza un movente ideologico. Gli agenti hanno recuperato l’arma, un fucile AR-15, vicino al corpo del ragazzo. Alcune testate americane sostengono che l’arma appartenesse al padre. Ma l’Fbi non ha ancora confermato l'informazione.
Quegli esplosivi trovati nell'auto e in casa dell'attentatore - Durante la perquisizione dell'abitazione dell’attentatore e nella sua auto sono stati rinvenuti alcuni ordigni esplosivi. Non è ancora chiaro cosa avesse in mente Crooks dopo l’attacco al tycoon.
L’indagine, aperta dal presidente Biden e affidata all’Fbi, ha già fatto storcere il naso a qualcuno. I Repubblicani non vedono infatti di buon occhio che sia l’agenzia governativa a occuparsi del caso dopo la perquisizione dell’abitazione di Trump in Florida.
L’attentato di sabato è destinato però a sconvolgere la campagna elettorale in previsione dell’appuntamento del 5 novembre. Trump è attualmente in vantaggio nei sondaggi. Mentre Biden è alle prese con una spaccatura interna nei democratici sulle sue condizioni di salute, Trump emerge dal tentato assassinio come un eroe nazionale.