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GUERRA IN UCRAINAPutin, arrabbiato e (di nuovo) umiliato

13.08.24 - 11:15
L'invasione ucraina nel Kursk ha riacceso il morale di Kiev e mostrato il fianco scoperto di Mosca. Quali sono gli obiettivi dell'Ucraina?
keystone-sda.ch (VALERIY SHARIFULIN / SPUTNIK / K)
Fonte red
Putin, arrabbiato e (di nuovo) umiliato
L'invasione ucraina nel Kursk ha riacceso il morale di Kiev e mostrato il fianco scoperto di Mosca. Quali sono gli obiettivi dell'Ucraina?

KURSK - Dal Kursk a Kursk. Il primo e l'ultimo (per ora) dei problemi di Vladimir Putin condividono il medesimo nome. Nel 2000 fu l'affondamento, mai del tutto chiarito, del sottomarino nucleare nelle gelide acque del mare di Barents e lo strascico che ne seguì. Ora è l'invasione da parte di Kiev nell'omonimo oblast, che sta esportando sul suolo della Federazione Russa - in piccole quantità, ma sufficienti a incendiare gli animi del Cremlino - quanto ricevuto da due anni e mezzo a questa parte.

Da quanto trapela in queste ore, la rabbia dello Zar avrebbe riscoperto antichi picchi. Una rabbia quindi che non si vedeva da tempo, scrive Aleksandr Dugin, il politologo russo che a ovest degli Urali viene considerato come il moderno Rasputin del presidente russo. Rabbia verso Kiev, ovviamente. Ma soprattutto rabbia diretta ai suoi fedelissimi - in particolare quelli che indossano uniforme e mostrine - che, di nuovo, hanno messo l'Orso di fronte alla sua arcinemesi: l'umiliazione. Perché nella regione di Kursk le forze russe, con lo sguardo rivolto ad altri fronti, sono state colte di sorpresa.

L'intelligence di Mosca non aveva previsto l'attacco. La risposta, dopo un primo tentativo di minimizzare quanto stava accadendo, è stata lenta; frutto di una catena di comando con qualche anello poco saldo di troppo. O forse, più semplicemente, una catena in cui le verità più scomode faticano a percorrere la strada verso la cima. In fondo era successo così anche il 24 febbraio del 2022, all'alba della cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina, quando il Cremlino inviò le sue forze alla volta di Kiev convinto di avere dalla sua l'esercito più forte al mondo e che la partita si sarebbe quindi chiusa nel giro di pochi giorni. Qualche settimana al massimo. Di giorni, a oggi, ne sono invece trascorsi 902 e l'ultima pagina del calendario ancora non si vede.

Tanti sono i numeri che si leggono in queste ore. Droni abbattuti, soldati feriti, postazioni colpite, insediamenti "espropriati". Quelli che in estrema sostanza raccontano qualcosa sono però altri due: il migliaio di chilometri quadrati di Russia che in questo momento è nelle mani di Kiev e il fatto che la "piccola" incursione nel Kursk abbia obbligato le autorità regionali, come riferito in prima persona dal governatore ad interim Alexei Smirnov - ora fresco di strigliata ricevuta dallo Zar in persona per la troppa loquacità su questioni sulle quali solo il Ministero della Difesa è autorizzato a dare conto - a far evacuare oltre 120mila persone residenti nell'oblast di confine. La guerra, ora, è a tutti gli effetti anche in Russia.

Ma perché l'Ucraina ha deciso ora di compiere questo passo? La risposta esatta, ovviamente, non la conosciamo. Ma la domanda consente di mettere in ordine alcuni tasselli. Uno, non da poco, lo abbiamo già nominato: l'umiliazione del nemico. Perché, va detto, era dalla seconda Guerra mondiale che la Russia non veniva invasa. E di facile lettura è altresì la volontà di alleggerire la pressione dell'avanzata russa nell'est e nel sud dell'ex repubblica sovietica. Lenta ma, per lunghi mesi, costante. Quest'ultimo aspetto, unito alla natura del prendere l'iniziativa sul campo dopo un anno trascorso "in difesa", non può che tradursi in uno slancio morale positivo sulle truppe e la popolazione ucraina (e il suo opposto su quelle russe).

Infine, c'è l'ottica negoziale. L'operazione a sorpresa nel Kursk, se consolidata, potrebbe consentire a Kiev di presentarsi a un futuro tavolo dei negoziati con qualcosa di prezioso in più nelle proprie tasche. Un modo per avvicinare quella pagina del calendario che, come detto, per ora non si vede ancora.

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