L'avvocato dell'ex presidente catalano chiede di indagare il magistrato Pablo Llarena per (presunta) infrazione disciplinare
MADRID - In una nuova iniziativa legale l'ex presidente catalano Carles Puigdemont, dopo la breve comparsa a Barcellona lo scorso 9 agosto e la nuova fuga a Waterloo, in Belgio, ha denunciato oggi il giudice istruttore del processo ai leader indipendentisti della stagione secessionista del 2017, per «il ritardo ingiustificato e ripetuto nell'iter e risoluzione» dei suoi ricorsi relativi all'applicazione della legge di amnistia.
In un'istanza inviata al Consejo Superior del Poder Judicial, il Csm spagnolo - citata dall'agenzia Europa Press - l'avvocato Gonzalo Boye, il difensore di Puigdemont, chiede di indagare il magistrato Pablo Llarena per una presunta infrazione disciplinare in base alla legge del Potere giudiziario (di autogoverno della magistratura), per aver «superato di molto e in maniera reiterata il termine previsto» dall'ordinamento per risolvere i ricorsi presentati l'8 e il 9 luglio contro l'ordinanza con la quale lo scorso 1° luglio il giudice aveva dichiarato inapplicabile l'amnistia a Puigdemont per il reato di malversazione di fondi pubblici. Secondo l'avvocato, «l'inosservanza dei tempi legalmente stabiliti durante l'esercizio delle funzioni o competenze giudiziarie ha una risposta disciplinare prevista negli errori molto gravi, gravi e lievi».
La denuncia, che ha presentato anche l'eurodeputato di Junts per Catalunya, Toni Comìn, accusato come Puigdemont di malversazione ed escluso dall'amnistia, ricorda che i ricorsi andavano risolti nella prima quindicina del mese di luglio. Così come quelli all'ordinanza del giudice Llarena presentati dalla Procura, dall'Avvocatura dello Stato e dalle difese di altri due politici catalani implicati. I denuncianti ricordano altresì di aver presentato due successivi promemoria dei ricorsi presentati, a loro dire allo stesso moro ignorati dal magistrato in questione.