L'operazione "First Light", coordinata dall'Interpol, ha portato a oltre 21mila arresti
Nel corso di un anno - dal dicembre 2019 fino alla fine dello scorso novembre - sono stati intercettati fondi illeciti per quasi 154 milioni di dollari.
LIONE - Se osservato su scala globale, il fenomeno delle truffe telefoniche e online - come mostrano i risultati dell'Operazione "First Light", coordinata dall'Interpol sull'arco di un anno - sfoggia numeri impressionanti. E la pandemia ha contribuito.
Avviata nel dicembre dello scorso anno (e preceduta da un periodo di tre mesi d'indagini coordinate, a cui hanno preso parte le autorità di 35 paesi), la massiccia operazione ha portato all'arresto di 21'549 persone, al congelamento di 310 conti bancari e ha permesso d'intercettare fondi illeciti per un totale di poco inferiore ai 154 milioni di dollari.
Come detto, i vari attori coinvolti hanno sfruttato anche la situazione creata dal coronavirus per dare vita ad alcuni dei propri schemi fraudolenti. «La pandemia - spiega il numero uno dell'Interpol a Pechino, Duan Daqi - ha moltiplicato le truffe negli ambiti delle telecomunicazioni e dell'ingegneria sociale».
Nel computo rientrano però anche le truffe "romantiche", lo "smishing" - una forma del "phishing" attuata però tramite gli SMS - e le truffe di tipo "business email compromise". Un caso particolare citato dalla stessa Interpol riguarda l'arresto di uomo avvenuto a Singapore. Questo, in possesso di false credenziali dell'Interpol, ha accompagnato in banca una signora anziana per un prelievo di denaro. Dagli accertamenti, l'uomo è poi risultato essere a sua volta vittima di truffatori, che - fingendosi agenti cinesi - gli avevano fornito i documenti e lo avevano manovrato per riuscire a mettere le mani sui risparmi della donna.
Questo aspetto, sottolinea la polizia internazionale, è un'ulteriore conferma della transnazionalità di questi fenomeni, dove gli autori delle truffe spesso operano da un paese - a volte perfino da un continente - diverso rispetto a quello in cui si trova la loro vittima. E la stessa assenza di confini si manifesta anche dall'altra parte della macchina fraudolenta, con i profitti delle truffe spostati dai "muli" e riciclati attraverso conti esteri.