Intanto, uno dei filoni dell'indagine si concentra su presunte irregolarità fiscali
Sarebbero diversi, infatti, gli ingressi avvenuti senza battere gli scontrini
VERBANIA - A Enrico Perocchio, il direttore di esercizio della funivia del Mottarone, «ho detto che andavo avanti coi forchettoni e lui non mi ha risposto» e «l'ho detto anche a Nerini che mettevo i ceppi» e il gestore dell'impianto «mi diceva 'arrangiati'».
È così che a verbale, interrogato ieri dal giudice per le indagini preliminari di Verbania, Gabriele Tadini, caposervizio, ha ricostruito le interlocuzioni su quella che era «diventata la prassi» di usare i forchettoni per bloccare i freni.
«In 20 giorni ho chiesto 3 volte assistenza», ha spiegato ancora parlando delle anomalie ai freni. «E ho detto a Perocchio - ha aggiunto - che se non si risolveva non poteva andare avanti col servizio».
Intanto, uno dei filoni dell'indagine, che comunque si concentra ovviamente sull'incidente che ha causato 14 morti, riguarda, come anticipato da "Il Fatto quotidiano", pure presunti ingressi di viaggiatori senza battere gli scontrini. Accertamenti, quindi, su presunte irregolarità fiscali.