Abdallah Hamdok torna in carica nell'esecutivo di transizione, ma ha un accordo infelice con i golpisti
KHARTUM - A quasi un mese dal golpe avvenuto in Sudan, il premier Abdallah Hamdok ha ritrovato i suoi poteri. Con i golpisti ha firmato un accordo che lo ha reso libero dagli arresti domiciliari a cui era stato costretto, un accordo che rende infelici i sudanesi che per l'ennesima volta sono scesi in piazza. Gli scontri hanno fatto un morto: un ragazzo di 16 anni.
«È l'accordo del tradimento», così in un comunicato l'Associazione dei professionisti (Spa) sudanesi ha condannato il reinsediamento di Abdallah Hamdok. «È un tentativo di legittimare il colpo di Stato e l'autorità del Consiglio militare, ed è un suicidio politico per lo stesso premier». La Spa è la confederazione di 17 sindacati sudanesi che giocò un ruolo centrale nelle proteste che nel 2019 portarono alla caduta del regime di Omar al-Bashir.
Da allora militari e civili cercavano di collaborare per fare del Sudan uno stato democratico. Ma con il passare del tempo erano venute a crearsi due fazioni e il precario equilibrio che teneva insieme il Paese si è spezzato lo scorso 25 ottobre, quando il capo delle forze armate Abdel Fattah al-Burhan aveva condotto con i suoi soldati un nuovo colpo di Stato. Abdallah Hamdok, il primo ministro, in carica per portare avanti la transizione verso la democrazia, era stato arrestato. Prima portato in luogo ignoto, era poi stato trasferito alla sua abitazione dove fino a oggi era rimasto segregato.
Il golpe aveva suscitato l'ira dei sudanesi. Scesi in piazza, le proteste si erano trasformate in scontri con le forze armate. Scontri che fino a ieri avevano fatto 40 morti. Oggi, dopo l'annuncio della ripresa del potere da parte di Abdallah Hamdok, tornato in carica grazie a un accordo suggellato con i golpisti, che prevede che questi diventano parte integrante del governo, ovvero dei tecnocrati, la popolazione è di nuovo scesa in piazza perché si è sentita tradita, ma l'Associazione dei medici sudanesi ha scritto su Facebook che in questa ennesima giornata di tensione un ragazzo di appena 16 anni ha perso la vita dopo essere sceso in strada a Omdurman con i suoi connazionali. È stato raggiunto alla testa da un proiettile.
Il principale gruppo che si batte per l'attribuzione del potere ai civili, quello delle Forze per la libertà e il cambiamento, ha respinto l'intesa ribadendo con chiarezza che «non c'è nessun negoziato, nessuna partnership» con i golpisti, i quali sarebbero solo da processare per la sanguinosa repressione delle manifestazioni.