Per i querelanti, i tumori che hanno affrontato sono il risultato delle radiazioni a cui sono stati esposti da bambini
FUKUSHIMA - Avevano tra i sei e i 16 anni. Dei ragazzi chiedono all'azienda che operava sull'impianto in cui si verificò il disastro nucleare di Fukushima un risarcimento di diversi milioni perché hanno sviluppato un cancro tiroideo che pensano sia stato causato dalle radiazioni.
Era l'11 marzo 2011 e un terremoto di magnitudo 8,9 colpiva il Giappone settentrionale. Un successivo maremoto investì la centrale nucleare di Fukushima e causò un black out e il blocco dei sistemi di raffreddamento di emergenza che si erano attivati appena il sisma si era verificato. Nei giorni successivi all'incidente, che è considerato il peggiore dal disastro di Chernobyl del 1986, gli abitanti che vivevano nel raggio di 20 chilometri dalla centrale vennero allontanati dalla zona. Delle sostanze radioattive si erano disperse nell'aria e il suolo contaminato. Ancora oggi non è chiaro quali possano essere le conseguenze della contaminazione del sottosuolo e dell'ambiente oceanico.
Non ci furono vittime, ma diversi feriti. L'unico morto accertato era una persona che in seguito alle radiazioni aveva sviluppato un cancro. Ora, sei giovani, che quando si verificò l'indicente avevano tra i sei e i 16 anni, hanno citato in giudizio l'azienda che operava sull'impianto, la Tokyo Electric Power Company (Tepco) perché hanno tutti sviluppato un cancro tiroideo e sono stati operati di conseguenza. Nelle loro famiglie, come dimostrano le carte presentate dagli avvocati nella denuncia, non ci sono mai stati casi di tumore alla tiroide, perciò credono che sia legato alle radiazioni.
L'azienda, stando alla Bbc, ha già dichiarato che intende difendersi, una volta esaminati gli incarti.