Dopo l'accordo di lunedì «il sesto pacchetto di sanzioni morde forte», ha dichiarato Ursula von der Leyen.
Altri due soldati russi, che si erano dichiarati colpevoli di crimini di guerra la scorsa settimana, sono stati condannati.
L'offensiva russa ha proseguito lungo tutta la linea del fronte in Ucraina, nel primo giorno della settimana che porterà al centesimo giorno di guerra. I combattimenti sono particolarmente aspri nella regione di Lugansk, ma non risparmiano neanche le aree di Donetsk e di Kharkiv.
Sul piano diplomatico si segnala la volontà turca di ospitare un meeting a tre con Mosca, Kiev e l'Onu. Si è invece sbloccato a tarda serata lo stallo sul versante delle sanzioni europee sul petrolio russo: dopo che l'opposizione non solo dell'Ungheria aveva reso possibile unicamente un'intesa di massima, ma non il varo del tanto atteso sesto pacchetto, si è arrivati allo stop immediato delle importazioni di greggio effettuate via mare. Ciò equivale a due terzi delle importazioni complessive. Rinviato invece il blocco al greggio trasportato attraverso l'oleodotto Druzhba.
Gli Usa sostengono il piano di pace italiano
L'ambasciatore Usa all'Onu Linda Thomas-Greenfield ha affermato che gli Stati Uniti danno il proprio sostegno al piano di pace presentato dall'Italia per porre fine alla guerra in Ucraina. Il piano, com'è noto, è articolato in quattro fasi e prevede un cessate il fuoco e la smilitarizzazione della prima linea sotto la supervisione delle Nazioni Unite; negoziati sullo status dell'Ucraina nei confronti della Nato dell'Unione europea; un accordo tra Mosca e Kiev sulla Crimea e il Donbass; un accordo multilaterale sulla pace e la sicurezza in Europa.
La lode dei difensori
Le truppe ucraine «stanno gradualmente ma inevitabilmente sventando tutti i piani degli occupanti». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel corso del suo consueto video serale. Zelensky ha lodato il lavoro dei «nostri militari, dei servizi segreti, della Guardia nazionale e di tutti coloro che sono coinvolti nella difesa dello stato».
Risolvere la crisi alimentare? «Spetta all'Occidente e a Kiev»
Spetta all'Occidente e a Kiev risolvere la crescente crisi alimentare originata dalla guerra in Ucraina. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov nel corso di una visita in Bahrain. I paesi occidentali «hanno creato molti problemi artificiali chiudendo i loro porti alle navi russe, interrompendo la logistica e le catene finanziarie», ha detto Lavrov ai rappresentanti dei media. «Devono considerare seriamente ciò che è più importante per loro: le pubbliche relazioni sulla questione della sicurezza alimentare o adottare misure concrete per risolvere questo problema».
Se il Mar Nero e il Mar d'Azov saranno sminati, «le forze navali russe assicureranno il passaggio senza ostacoli» delle navi cariche di derrate alimentari «nel Mediterraneo e verso le loro destinazioni», ha aggiunto Lavrov.
Telefonata «molto utile» tra la Difesa di Kiev e quella di Washington
Il ministro della Difesa ucraino Oleksi Reznikov ha dichiarato su Twitter di aver avuto una «telefonata importante e molto utile» con il suo omologo statunitense, Lloyd Austin. «Abbiamo discusso le prospettive della fornitura di armi e il rafforzamento delle capacità di difesa dell'esercito ucraino». Reznikov ha concluso con la speranza di rafforzare il nostro dialogo all'interno del gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina «nel prossimo futuro».
Had an important and very useful telephone call with our 🇺🇸friend and partner @SecDef.
— Oleksii Reznikov (@oleksiireznikov) May 31, 2022
We discussed perspectives of weaponry supply and strengthening of #UAarmy defense capabilities.
I hope to enhance our dialogue within the Ukraine Defense Contact Group in the nearest future🤝 pic.twitter.com/sdBPRXHOZz
Sanzioni, la gratitudine di Zelensky
«Infine, abbiamo i dettagli del sesto pacchetto di sanzioni dell'Unione europea contro la Russia per questa guerra. Gli elementi chiave del pacchetto sono già chiari e, soprattutto, la sua direzione. I Paesi europei hanno deciso di limitare in modo significativo le importazioni di petrolio dalla Russia. E sono grato a tutti coloro che hanno lavorato per raggiungere questo accordo». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto intervento video serale, diffuso su Telegram. «Il risultato pratico è decine di miliardi di euro in meno, che la Russia non potrà ora utilizzare per finanziare il terrorismo», ha aggiunto. (fonte ats)
Offensiva russa e controffensiva ucraina
L'offensiva russa prosegue nel Donbass, ma in alcune aree sarebbe in corso una controffensiva ucraina. Lo sostiene l'intelligence britannica, citata dal media ucraino Unian, che dà conto di terreno guadagnato dalle forze armate di Kiev nelle regioni di Kharkiv e Kherson. Le truppe ucraine avrebbero ripreso il controllo di alcuni dei territori precedentemente occupati dai russi e sarebbero riusciti ad avanzare per diversi chilometri in direzione della frontiera.
Bene le sanzioni, ma ritardo «inaccettabile»
L'Ucraina ha criticato il ritardo «inaccettabile» con il quale l'Unione europea ha varato il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. Come ha riferito l'agenzia stampa Reuters, il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato, ricevendo la sua omologa slovacca Zuzana Caputova: «Quando sono trascorsi più di 50 giorni tra il 5° e il 6° pacchetto di sanzioni, la situazione per noi non è accettabile».
L'extrema ratio: dazi al petrolio russo via oleodotti
L'Unione europea, a quanto si apprende da fonti europee, sta valutando la possibilità d'introdurre dazi al petrolio russo in arrivo via oleodotti nel caso in cui non si arrivasse a un accordo chiaro sulla scadenza delle deroghe prevista dall'intesa al vertice europeo per Paesi che non hanno sbocco sul mare. In particolare le deroghe riguardano gli Stati dove arriva l'oleodotto Druzhba, tra i quali l'Ungheria. Le stesse fonti spiegano che, al momento, si tratta di una mera ipotesi e che non c'è ancora alcuna proposta scritta a riguardo. (fonte ats)
Più di metà di Severodonetsk in mani russe
Oltre la metà della città orientale di Severodonetsk è in mani russe, secondo il governatore della regione di Lugansk Serhiy Gaidai. «Si sta avvicinando al livello di distruzione di Rubizhne e Popasna», località quasi rase al suolo nel corso dell'offensiva russa. «Le infrastrutture critiche della città sono state distrutte per quasi il 100%, il 90% del patrimonio immobiliare è stato danneggiato» e il 60% in modo tale da non poter essere ripristinato.
Colpito impianto chimico a Severodonetsk
Un impianto chimico di Severodonetsk è stato colpito nel tardo pomeriggio di martedì nel corso di un raid russo. Lo riferiscono funzionari ucraini. Il governatore della regione di Lugansk Serhiy Haidai ha affermato che i russi hanno colpito «un serbatoio di acido nitrico in un impianto chimico» e ha esortato la popolazione a non uscire di casa.
Embargo sul petrolio via mare: al via tra otto mesi
L'embargo dell'Unione europea sulle importazioni di petrolio russo via mare scatterà tra otto mesi. È quanto si apprende a Bruxelles al termine della due giorni di vertice straordinario dei leader europei. Alcune eccezioni speciali saranno concesse alla Repubblica Ceca per 18 mesi e fino al 2024 per la Bulgaria.
Ucraina e Onu per garantire una rotta sicura alle derrate alimentari
«L'Ucraina sta lavorando a un'operazione internazionale guidata dalle Nazioni Unite con flotte di partner che garantiscono una rotta commerciale sicura», in modo da sbloccare le esportazioni di derrate alimentari bloccate nei porti del Mar Nero. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter. «La Russia gioca con il mondo alla fame, bloccando le esportazioni di cibo ucraine con una mano e con l'altra cercando di scaricare la colpa sull'Ucraina».
Russia plays hunger games with the world by blocking Ukrainian food exports with one hand and trying to shift the blame on Ukraine with the other. Ukraine is working on an international UN-led operation with navies of partners ensuring a safe trade route with no security risks.
— Dmytro Kuleba (@DmytroKuleba) May 31, 2022
Sbloccare il grano ucraino con una risoluzione Onu
«Nel colloquio che abbiamo avuto con Olaf Scholz sabato scorso ho proposto al presidente Putin un'iniziativa per una risoluzione alle Nazioni Unite» per sbloccare i carichi di grano e cereali fermi nel porto di Odessa. Lo ha annunciato il presidente francese Emmanuel Macron al termine del Consiglio europeo. «Siamo ora in attesa di una risposta della Russia su questo punto e siamo in contatto permanente con il Segretario Generale delle Nazioni Unite», ha aggiunto. (fonte ats)
Lyudmila Denisova è stata sfiduciata
La Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, ha licenziato con un voto di sfiducia Lyudmila Denisova, la commissaria parlamentare per i diritti umani con 234 voti favorevoli. Lo ha annunciato il deputato Yaroslav Zheleznyak sul suo canale Telegram, riporta Ukrainska Pravda. I motivi del licenziamento di Denisova che comprendono il ripetuto mancato adempimento alle sue funzioni relative all'istituzione di corridoi umanitari, alla protezione e scambio di prigionieri, al contrasto alla deportazione di adulti e bambini dai territori occupati e ad altre attività per i diritti umani. (fonte ats)
Von der Leyen: Ora le sanzioni faranno più male
«Il sesto pacchetto di sanzioni morde forte, distruggerà la capacità di Vladimir Putin di finanziare la sua guerra». Lo ha dichiarato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen al termine del Consiglio straordinario. «Non dobbiamo escludere niente». ha dal canto suo detto il presidente francese Emmanuel Macron, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se ci sia la possibilità di un futuro nuovo pacchetto di sanzioni europee contro la Russia. (fonte ats)
Altri due soldati russi condannati per crimini di guerra
Martedì un tribunale ucraino ha condannato due soldati russi a 11 anni e mezzo di carcere per aver bombardato una città dell'Ucraina orientale. Si tratta del secondo verdetto per crimini di guerra dall'inizio dell'invasione russa. Alexander Bobikin e Alexander Ivanov, che hanno ascoltato il verdetto in piedi in un box di vetro presso il tribunale distrettuale di Kotelevska, nell'Ucraina centrale, si sono dichiarati entrambi colpevoli la scorsa settimana, come riporta Reuters.
Quella città sul fiume, spezzata in due dal conflitto
Fulcro del conflitto in questi giorni è Severodonetsk, martoriata dalle bombe (come Mariupol) e che resta ancora contesa - e fondamentalmente tagliata a metà - dalle forze russe e ucraine. La città fluviale è ritenuta strategicamente molto importante dal Cremlino che sta impiegando tutte le sue forze per prenderlo. Un errore, secondo l'ex-ambasciatore americano alla Nato Kurt Volker, sentito dalla BBC: «Mosca sta impiegando troppe risorse per una conquista che rischia di essere comunque precaria». Precaria resta anche la situazione dei civili che, in un momento così acceso del conflitto, non possono lasciare la città.
La questione dei missili americani
Si dibatte ancora sull'approvvigionamento - o meglio, il non approvvigionamento - da parte americana di missili balistici all'Ucraina. Di ieri la notizia che Biden aveva preferito fermare il trasferimento di armi a lunga gittata, per timore che venissero usate per colpire la Russia generando «un'involontaria escalation». Ritorna oggi sull'argomento, proprio Volodymr Zelensky per bocca di uno dei suoi consiglieri che ha confermato come «razzi che coprono 70 km sarebbero più che sufficienti». In un momento in cui le forze ucraine si trovano particolarmente in difficoltà nel Donbass.
«Fino a 12mila civili intrappolati a Severodonetsk»
«Sono inorridito nel vedere Severodonetsk, la fiorente città dove avevamo il nostro quartier generale operativo, diventare l'epicentro di un altro capitolo della brutale guerra in Ucraina». Lo ha dichiarato Jan Egeland, segretario generale del Consiglio norvegese per i rifugiati. «Temiamo che fino a 12'000 civili rimangano intrappolati nel fuoco incrociato della città, senza sufficiente accesso ad acqua, cibo, medicine o elettricità». (fonte ats)
«La Finlandia non prende sul serio le nostre preoccupazioni»
La Finlandia deve smettere di «proteggere» quella che la Turchia considera «un'organizzazione terroristica» (i curdi del PKK, ndr.) e iniziare invece a «prendere sul serio le preoccupazioni della Turchia in materia di sicurezza», se vuole essere accettata nella NATO. Lo ha dichiarato il portavoce del Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ad un giornale finlandese. «Il problema non è che la Finlandia non capisce la Turchia, ma è che si rifiuta di prendere sul serio le preoccupazioni della Turchia in materia di sicurezza», ha dichiarato Fahrettin Altun all'Helsingin Sanomat.
Lituania: droni e armi all'Ucraina
La Lituania invierà ulteriore equipaggiamento militare all'Ucraina. Lo ha annunciato il ministro della Difesa lituano, Arvidas Anushauskas, come riportato dal Kyiv Independent. La spedizione includerà apparecchiature antidrone e di visione termica, nonché il drone Bayraktar. Il pacchetto si aggiunge a quelli già annunciati in precedenza, che includeranno veicoli blindati, camion e suv. (ats ans)
Paesi Bassi senza gas russo
Il gigante russo del gas Gazprom ha annunciato di aver sospeso le sue forniture del gas verso Amsterdam: «Gazprom ha interrotto del tutto le sue forniture a GasTerra in seguito al mancato pagamento in rubli», è stato indicato in una nota. (fonte ats)
Documenti russi per i residenti di Mariupol
L'annessione di Mariupol da parte dei russi «è entrata in una fase attiva»: è stata avviata la procedura di accettazione dei documenti per ottenere i passaporti della Federazione. Lo ha reso noto il consigliere del sindaco della città ucraina occupata, Petro Andryushchenko, citato da "Ukrainska Pravda". «Per avere i documenti, i residenti di Mariupol devono prima ottenere un certificato di registrazione a Donetsk, quindi presentare i documenti per un passaporto a Novoazovsk al cosiddetto servizio di migrazione. Dato lo stato della comunicazione con Donetsk, questo è problematico. Ma possiamo affermare che l'annessione di Mariupol da parte della Russia è passata alla fase successiva, quella di attuazione», ha dichiarato Andryushchenko. (fonte ats)
Prima nave cargo dal porto di Mariupol
Dopo due mesi di blocco dovuto alla guerra la prima nave cargo - che trasporta un carico di metallo - ha lasciato il porto di Mariupol. Lo riferisce l'ufficio stampa del Distretto militare meridionale russo citato dalla Tass. «La nave ha lasciato il porto», ha dichiarato l'ufficio stampa. È stata la prima nave ad entrare nel porto dopo la fine dei combattimenti nella città. (fonte ats)
Il compromesso notturno sul petrolio
Ieri sera (o quasi notte), lo ricordiamo, è stata trovata un'intesa europea in relazione all'embargo al petrolio russo. L'intesa prevede un embargo immediato al petrolio che arriva dalla Russia all'Ue via mare mentre rinvia lo stop al greggio trasportato attraverso l'oleodotto Druzhba. A piegare le ultime resistenze dell'Ungheria e dei suoi vicini è stato l'inserimento nelle conclusioni non solo dell'esenzione del petrolio che arriva nell'Ue via oleodotti ma anche di una postilla secondo la quale Bruxelles si impegna a introdurre «misure di emergenza» in caso di interruzione della fornitura di energia da parte di Mosca. Di fatto, Budapest - ma anche Praga e Bratislava - hanno ottenuto per iscritto che in caso di misure ritorsive del Cremlino saranno aiutate dagli altri paesi membri. Il periodo di esenzione per il petrolio via oleodotto sarà oggetto di discussione nei prossimi giorni ma non si preannuncia breve. (fonte ats)
Più uno sulla lista nera
L'Ue va verso l'inserimento del patriarca Kirill nella black list del sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. Al momento - spiega un alto funzionario europeo - l'arcivescovo ortodosso russo è nella lista, ma il pacchetto sarà finalizzato solo mercoledì alla riunione dei Rappresentanti dei 27 e solo allora se ne potrà avere l'ufficialità. (fonte ansa)