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CRISI CLIMATICAL'incapacità di agire oggi è la condanna di domani

17.02.23 - 06:30
Sempre più spesso ci si focalizza sugli 1,5 gradi, ma il punto è un altro: non bisogna pensare al "quando" ma al "come", secondo gli esperti
Reuters
L'incapacità di agire oggi è la condanna di domani
Sempre più spesso ci si focalizza sugli 1,5 gradi, ma il punto è un altro: non bisogna pensare al "quando" ma al "come", secondo gli esperti

LONDRA - Da un lato il rischio di oltrepassare la soglia "di sicurezza" degli 1,5 gradi. Dall'altro l'arrendevolezza davanti a uno scenario sempre più plausibile e che sembra essere quasi inevitabile. Il discorso sulla crisi climatica è andato estremizzandosi, focalizzandosi sempre più sul dato della temperatura media globale e sempre meno sulle strategie da mettere in campo per rispettare effettivamente gli Accordi di Parigi.

Il nuovo progetto "Cohort 2040" coordinato dall'Institute for Public Policy Research e dal Royal Institute of International Affairs - Chatham House punta a capire come il dato degli 1,5 gradi centigradi venga utilizzato per rallentare la transizione verde e come le società stiano entrando in un circolo vizioso.

«Le conseguenze della crisi e l'incapacità di affrontarla distolgono l'attenzione dall'affrontare le sue cause, portando a temperature più elevate e perdita di biodiversità, che a loro volta generano conseguenze più gravi, distogliendo ancora di più l'attenzione e portando via le risorse, e così via». Ma una possibilità ancora esiste, secondo le Nazioni Unite. Il problema è che a forza di rimandare il discorso, il tempo per adottare nuove strategie si fa irrimediabilmente più breve.

Stando al primo articolo del progetto - ne seguiranno altri - l'essere umano sta dimostrando di non essere in grado di affrontare la crisi climatica. Questa sua incapacità o «rischio strategico» lo porterà però in un mondo che non sarà in grado di gestire. Ciò, peraltro, sta già avvenendo: lo dimostrano le politiche migratorie sempre più severe, ma anche e la bocciatura d'iniziative ambientali necessarie alla decarbonizzazione.

E il discorso sulle temperature non è di aiuto: se da un lato puntare sul fatto che il rischio di non rispettare gli Accordi di Parigi sia reale - nel 2022 la temperatura media globale è stata la più alta di sempre dall'inizio delle misurazioni - potrebbe portare a una scossa nella politica, in grado di generare un reale cambiamento; dall'altro potrebbe però anche scoraggiare e portare a pensare che qualsiasi cosa si metta in atto, non darà alcun risultato.

«In generale, la crescente possibilità di superare 1,5°C e le sfide per la realizzazione di un cambiamento trasformativo possono essere sfruttate dai poteri forti per sostenere tecnologie poco sviluppate, non provate e potenzialmente pericolose in modo da mantenere lo status quo. Nel frattempo, cambiamenti comprovati e realizzabili come la gestione della domanda su larga scala, che hanno anche vasti co-benefici per la salute e l'ambiente in generale, vengono poco considerati o ignorati».

Il report, in sostanza, invita al risveglio dal torpore. Allo smettere di pensare al "quando", ma di focalizzarsi sul "come". E di ricordarsi che è necessario «aiutare le generazioni più giovani, che dovranno sopportare il peso maggiore se gli obiettivi fissati entro il 2050 non verranno rispettati». E aggiunge che «il mondo è nei guai» e bisogna ricordarselo.

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COMMENTI
 

dan007 1 anno fa su tio
Arrendevolezza ? Nessuno si arrende dobbiamo ripensare il modo di vivere di noi umani rivedere il capitalismo macchine potenti vestiti così tosi di marca ville di 1000 m2 per 2 persone, sfruttamento del suolo a fini energetici sfruttamenti del mare a fini alimentari ma il nostro frigo e pieno di schifezze mangiamo troppo e male. Ricentrare il senso della vita lavorare per la collettività non per se stessi stipendi milionari per alcuni stipendi da fame per altri rivalorizzarre l’implicazione dei cittadini per migliorare il senso civico delle civiltà moderne sempre più chiuse e egoiste. I villaggi disertati di un tempo sono le nuove realta oasis di oggi che offrono un senso sociale che fa bene all’essere umano troppa solitudine per i nostri anziani nelle città parcheggiato in residence di lusso per il loro ultimo viaggio. Siamo spronati a lavorare dimenticandoci di vivere dovrebbe essere il contrario le differenze di classe non dovrebbero esistere i ricchi e i poveri in aberrazione

Don Quijote 1 anno fa su tio
Risposta a dan007
Se sono vere il 5% delle previsioni catastofiste degli ecoisterici, la popolazione mondiale arresta la crescita e l'aspettativa di vita diminuisce riportando il tutto al medioevo, aria pura e acqua pulita. Se la popolazione mondiale e l'aspettativa di vita crescono, significa che l'ambiente è ideale per i sapiens, il tutto è iniziato con il disgelo 20'000 anni fa, altrimenti con la calotta polare che copriva mezza Europa eravamo ancora sulle piante.
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