La ribellione della Wagner ha messo in luce tutte le debolezze interne al Cremlino. Le conseguenze della "marcia per la giustizia".
MOSCA - Un golpe mancato, una guerra civile solo sfiorata oppure un semplice regolamento di conti. È ancora presto per decifrare la rivolta lanciata ieri dai soldati della Wagner. Una “marcia per la giustizia” interrotta a pochi chilometri (circa 200) dalla capitale Mosca grazie a un accordo, frutto della mediazione bielorussa, concluso tra Yevgeny Prigozhin e il presidente Vladimir Putin.
Crepe nel Cremlino - Un aspetto però è emerso chiaramente: la debolezza di Putin e l’incapacità del presidente russo a controllare i suoi fedelissimi. «Il Cremlino si trova ora di fronte a un equilibrio profondamente instabile. L'accordo negoziato da Lukashenko è una soluzione a breve termine, non a lungo termine, e la ribellione di Prigozhin ha messo in luce gravi debolezze nel Cremlino e nel Ministero della Difesa russo». È quanto sostiene l'Isw, l’Istituto per lo studio della guerra, che analizza l’instabilità che si è instaurata tra le stanze del palazzo presidenziale.
Una debolezza della sicurezza interna che ha ridicolizzato Putin agli occhi degli stessi cittadini russi. E si sa, la propaganda del presidente russo si nutre dell'immagine di uomo-forte sempre pronto a schiacciare i suoi nemici.
Putin si mostra debole? - «L'immagine di Putin che appare alla televisione nazionale per chiedere la fine di una ribellione armata e avvertire di una ripetizione della rivoluzione del 1917 - e quindi richiedere la mediazione di un leader straniero per risolvere la ribellione - avrà un impatto duraturo». Quello che è certo è che niente potrà tornare come prima.
«La ribellione di Prigozhin, ha messo in luce la debolezza delle forze di sicurezza russe e ha dimostrato l'incapacità di Putin di usare le sue forze in modo tempestivo per respingere una minaccia interna. La rapida spinta di Prigozhin verso Mosca ha ridicolizzato gran parte delle forze regolari russe e ha messo in evidenza a qualsiasi figura della sicurezza, imprese statali e altre figure chiave del governo russo che le forze militari private separate dallo stato centrale possono ottenere risultati impressionanti», ha sottolineato ancora l'Isw.
Inizia la ritirata - Nel frattempo è iniziata la ritirata dei soldati della Wagner. I combattenti del gruppo si stanno ritirando dalla regione di Voroneh. Lo rende noto il governatore, Alexander Gusev. «Il movimento delle unità della Wagner attraverso la regione di Voronezh sta procedendo normalmente e senza incidenti», ha detto e ha aggiunto che le restrizioni di viaggio imposte ieri contro l'ammutinamento saranno revocate una volta che «la situazione sarà finalmente risolta».