Si tratterebbe di una prima, che è già molto criticata. La vittima il 58enne Kenneth Smith già "sopravvissuto" a un'iniezione letale.
MONTGOMERY - L'Alabama ha annunciato la sua intenzione di diventare il primo stato Usa a giustiziare un detenuto costringendolo a respirare azoto puro, un metodo approvato anche in Mississippi e Oklahoma ma finora mai usato e considerato dai veterinari inaccettabile anche come forma di eutanasia per gli animali.
Il procuratore generale ha chiesto alla Corte Suprema dello Stato di fissare una nuova data di esecuzione con questa prassi senza precedenti per Kenneth Smith, nove mesi dopo un fallito tentativo con una iniezione letale che lo ha sottoposto a un dolore paragonabile alla tortura, secondo i suoi avvocati.
Il metodo, noto come "ipossia da azoto", funziona teoricamente sostituendo l'ossigeno respirato dal condannato con azoto. In pochi minuti (che al detenuto però sembreranno interminabili) ciò ridurrebbe i livelli di ossigeno nel cervello dell'individuo e in altri organi vitali a livelli fatalmente bassi, portandolo alla morte per soffocamento.
Gli esperti di pena di morte hanno denunciato quello che ritengono in effetti un esperimento su una cavia umana. La scelta di Smith come primo candidato per questa tecnica, meno di un anno dopo aver subito un'esecuzione fallita, è stata criticata anche come una doppia violazione dell'ottavo emendamento, che protegge contro «punizioni crudeli e insolite».
Smith, 58 anni, è stato condannato per l'omicidio di Elizabeth Sennett nel 1988: fu pagato 1'000 dollari dal marito della donna, un pastore che aveva debiti e voleva riscuotere il premio dell'assicurazione. Al processo la giuria votò 11-1 per dare all'imputato l'ergastolo, ma il giudice annullò la decisione e mandò Smith nel braccio della morte.
«L'Alabama ha già torturato Kenneth Smith una volta, legandolo e pungendolo con aghi per più di un'ora nel tentativo fallito di ucciderlo. È sorprendentemente sconsiderato e crudele riprovare utilizzando un metodo di esecuzione non testato che ha tutte le probabilità di causare terribili sofferenze», ha accusato Maya Foa, dirigente dell'organizzazione per i diritti umani 'Reprieve", «lo Stato tratta un essere umano come una cavia in un laboratorio e la chiama giustizia», ha aggiunto.