Il valico chiude per lavori fino al 18 dicembre, causando gravi conseguenze a economia e viabilità.
TORINO - «Non doveva chiudere, tra i proclami di tanti politici, e invece da oggi il Tunnel del Monte Bianco chiude. Chiude davvero. Con una serie di conseguenze gravissime che ci preoccupano. Conseguenze immediate, su viabilità secondaria verso San Bernardo e Frejus».
A sottolinearlo, nel giorno in cui inizia la chiusura per i lavori, prevista da oggi al 18 dicembre, è Marco Bussone, presidente nazionale dell'Uncem, l'Unione nazionale italiana Comuni, comunità ed enti montani, insieme al presidente Uncem Piemonte Roberto Colombero, e al consigliere nazionale Uncem Valdostano Jean Barocco.
«Conseguenze di medio e lungo periodo - prosegue - su un sistema alpino che, dopo vent'anni di indifferenza dei più, finisce per essere blocco verso l'Europa. Un problema gravissimo, per molto tempo sottovalutato. Sappiamo già che il nodo viario torinese, della tangenziale in particolare, da oggi fino a fine anno sarà intasato. E migliaia di camion in più andranno verso la Val Susa e il Frejus, essendo bloccata la statale 28 in Alta Val Tanaro verso Ventimiglia e Nizza, essendo con limitazioni per la stagione invernale la statale 21 verso la Maddalena e pure il Gran San Bernardo, chiuso di notte fino a marzo ai mezzi pesanti alti più di tre metri».
«I rallentamenti dei lavori ai trafori alpini ferroviari, la non pianificazione infrastrutturale, la mancanza di coesione vera europea che guarda alle montagne quale luogo di sviluppo e crescita, flussi e transiti - evidenzia - pesano come non mai. E peseranno tantissimo, da oggi, sui sistemi economici di Valle d'Aosta e Piemonte».