Nessuna dichiarazione in Egitto:«I rappresentanti occidentali volevano che includesse solo una condanna di Hamas e non anche contro Israele»
Sono passate due settimane dall'attacco a sorpresa di Hamas contro Israele. L'Egitto riapre il valico di Rafah con la Striscia di Gaza, così da permettere il passaggio degli aiuti umanitari.
Il punto sugli aiuti umanitari
Dal valico di Rafah, la cui apertura è stata ottenuta faticosamente dopo 15 giorni di guerra, sono passati 20 camion, mentre sono stati 30 quelli palestinesi che, caricate le merci dall'altra parte del confine, si sono diretti verso i punti di distribuzione approntati dall'Unrwa (l'agenzia dell'Onu per i profughi) e dalla Mezzaluna Rossa.
Israele ha fatto sapere «che non colpirà le zone sicure a Gaza dove viene distribuito l'aiuto umanitario a meno che da quelle stesse zone non siano lanciati razzi verso il territorio dello stato ebraico». «Sono - ha specificato - zone sicure. Abbiamo un sistema per cui se una area è in una zona sicura, dichiariamo quella stessa zona 'sicura'. E non l'attaccheremo». Fatto sta che questa prima "goccia nel mare" magno delle necessità per la stremata popolazione della Striscia non appare per nulla sufficiente.
Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, ha denunciato che «la popolazione di Gaza ha bisogno di un impegno per molto di più: una fornitura continua di aiuti nella misura necessaria. Stiamo lavorando senza sosta con tutte le parti interessate per realizzarlo». Poi dalla Conferenza di pace del Cairo ha invocato «una tregua umanitaria» vista «la catastrofe umanitaria». «Aldilà del confine - ha insistito - ci sono due milioni di persone tra cui bambini che necessitano di aiuti». (fonte ats ans)
«Entreremo a Gaza per distruggere Hamas»
«Entreremo a Gaza. Inizieremo una missione operativa e professionale per distruggere gli agenti di Hamas, le infrastrutture di Hamas, e terremo in mente anche le immagini, le scene e i caduti dello Shabbat di due settimane fa». Lo ha detto il capo di stato maggiore dell'esercito Herzi Halevi riferendosi all'attacco di sabato 7 ottobre. (fonte ats ans)
Nessuna dichiarazione al Cairo
Il summit per la pace al Cairo si è concluso senza dichiarazione finale condivisa da tutti i partecipanti, ma solo con un comunicato della presidenza egiziana che ha promosso il vertice. Il motivo sono le divergenze fra le diplomazie del gruppo dei Paesi arabi con quello occidentale, spiega Sky News Arabia citando fonti diplomatiche di alto livello. «I rappresentanti occidentali - dicono le fonti - volevano che la dichiarazione includesse solo una condanna di Hamas, mentre si rifiutavano di condannare Israele per l'uccisione di migliaia di civili a Gaza o di chiedere un cessate il fuoco urgente e l'ingresso di aiuti nella Striscia». Nella dichiarazione della presidenza egiziana si sottolinea che il summit era stato indetto su invito dell'Egitto «per consultarsi ed esplorare i modi per far avanzare gli sforzi verso il contenimento dell'aggravarsi della crisi nella Striscia di Gaza e verso la de-escalation militare tra le parti israeliana e palestinese». L'Egitto «ha cercato di costruire un consenso internazionale che trascende le culture, le razze, le religioni e le posizioni politiche, il cui nucleo è costituito dai valori dell'umanità e dalla sua coscienza collettiva che rifiuta la violenza, il terrorismo e l'uccisione illegale" di esseri umani e «chiede la fine della guerra in corso che ha causato la morte di migliaia di civili innocenti sia da parte palestinese che israeliana». Il nocciolo del «consenso» cercato inoltre «attribuisce una priorità speciale» al «flusso di aiuti umanitari» e «alla loro consegna ai giusti beneficiari» nella Striscia di Gaza. (Ats ans)
In corso una mediazione per la liberazione degli ostaggi
«Ci sono contatti in corso» tra Hamas e i mediatori arabi, Egitto e Qatar, per la liberazione di altri ostaggi civili presi dal movimento islamico palestinese il 7 ottobre scorso. Lo ha detto all'ANSA Osama Hamdan, rappresentante di Hamas a Beirut a margine di una conferenza stampa. «Vogliamo chiudere il dossier degli ostaggi civili appena possibile», ha poi aggiunto. «Lavoriamo con tutti i mediatori per chiudere il dossier dei civili appena le condizioni di sicurezza saranno opportune». Secondo Hamdan è Israele il responsabile dell'incolumità degli ostaggi nella Striscia di Gaza. «Riteniamo l'occupazione (israeliana) responsabile dell'incolumità dei civili alla luce dell'incessante bombardamento fascista sulla Striscia di Gaza», ha dichiarato Hamdan. Hamas non discuterà della sorte degli ostaggi militari fino a quando Israele non avrà smesso di bombardare la Striscia di Gaza. «Fino a quando sarà in corso l'aggressione nemica di questo non trattiamo», ha detto Hamdan. Ha poi aggiunto che se Israele dovesse lanciare l'offensiva terrestre dentro la Striscia di Gaza, «quello che hanno subìto il 7 ottobre non sarà nulla a confronto a quello che subiranno». «La resistenza è pronta a ogni scenario», ha concluso. (Ats ans)
Venti camion non bastano
Un convoglio di 20 camion della Mezzaluna Rossa egiziana si è mossa oggi verso Gaza. La popolazione di Gaza ha bisogno di un impegno per molto di più: una fornitura continua di aiuti nella misura necessaria. Stiamo lavorando senza sosta con tutte le parti interessate per realizzarlo". Lo scrive su X il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. (Ats ans)
Intenso e prolungato scambio di fuoco tra Hezbollah e Israele
Un intenso e prolungato scambio di fuoco è in corso tra Hezbollah e Israele a ridosso della Linea Blu di demarcazione tra Israele e Libano. Lo riferiscono testimoni oculari e media libanesi, secondo cui i lanci di razzi da parte di Hezbollah e la risposta di artiglieria israeliana si concentra nelle aree di Hula, Blida e Mays al Jabal, nel settore orientale della Linea Blu. (ATS ANS)
L'esercito isrealiano si prepara a un'operazione di terra
L'esercito israeliano sta continuando i suoi preparativi per la «prossima fase della guerra, inclusa l'operazione di terra». Lo ha detto il portavoce militare aggiungendo che in questi giorni «sono stati approvati piani per espandere le attività operazionali». «Le truppe, sia quelle in servizio sia i riservisti, sono schierati sul campo e si stanno addestrando in accordo con i piani operativi approvati». (Ats ans)
«Il conflitto potrebbe estendersi nella regione»
Il primo ministro iracheno Muhammad Shiaa al Sudani nel suo discorso al Vertice per la pace del Cairo, ha sottolineato che «ciò che sta accadendo oggi a Gaza è inaccettabile» e che questo «conflitto potrebbe diffondersi a livello regionale in modo tale da minacciare le forniture energetiche globali». Lo riporta al Jazeera. L'Iraq «respinge fermamente qualsiasi spostamento dei palestinesi dalla Striscia di Gaza e qualsiasi richiesta di sfollamento - ha aggiunto -. Chiediamo il cessate il fuoco e l'apertura dei valichi umanitari a Gaza, poi lavoriamo sullo scambio di prigionieri e detenuti». Secondo al Sudani «nessuno ha il diritto di riconciliarsi o di scendere a compromessi a nome del popolo palestinese, che è l'unico a farlo». (Ats ans)
Altri razzi dal Libano
«Poco fa, sono stati individuati un certo numero di lanci verso l'area di Har Dov nel nord di Israele al confine con il Libano». Lo riferisce il portavoce militare aggiungendo che i soldati israeliani stanno rispondendo al fuoco verso l'origine degli spari. (Ats ans)
Secondo Ap il razzo dell'ospedale proverrebbe dalla Striscia
L'Associated Press «ha analizzato più di una dozzina di video dei momenti prima, durante e dopo l'esplosione dell'ospedale» di Gaza «oltre a immagini e foto satellitari». L'analisi «mostra che il razzo che si è spezzato in aria è stato lanciato dall'interno del territorio palestinese e che l'esplosione dell'ospedale è stata molto probabilmente causata dallo schianto di una parte del razzo al suolo». Lo riporta il media sul proprio sito web, sottolineando tuttavia che la «mancanza di prove forensi e la difficoltà di raccogliere il materiale sul terreno nel bel mezzo di una guerra fanno sì che non esistano prove definitive che la rottura del razzo e l'esplosione nell'ospedale siano collegate». La valutazione di Ap «è supportata da una serie di esperti specializzati in intelligence open source, geolocalizzazione e missilistica», afferma l'agenzia. «Poco prima delle 19:00 di martedì, una raffica di razzi ha illuminato il cielo oscurato sopra Gaza. I video analizzati dall'Associated Press mostrano che uno vira fuori rotta, rompendosi in aria prima di schiantarsi al suolo. Pochi secondi dopo, i video mostrano una grande esplosione nella stessa area, il sito dell'ospedale arabo al-Ahli di Gaza», spiega Ap, che «ha eseguito la sua analisi visiva con una mezza dozzina di esperti che erano tutti d'accordo che lo scenario più probabile sia un razzo proveniente dall'interno di Gaza che ha virato e si è disintegrato pochi secondi prima dell'esplosione» all'ospedale. Inoltre, «le foto dell'Ap scattate la mattina dopo l'esplosione non hanno mostrato alcuna prova di un grande cratere nel luogo dell'impatto coerente con una bomba come quelle sganciate dagli aerei israeliani in altri recenti attacchi». (Ats ans)
Algeri non è presente al Cairo
L'Algeria ha deciso di non partecipare al vertice di pace del Cairo sulla Palestina, che si tiene oggi nella capitale egiziana. Lo riferiscono i media algerini, in particolare il sito di notizie Echorouk Online, senza fornire ulteriori dettagli. Le stesse fonti hanno indicato che qualche giorno fa il presidente Abdelmadjid Tebboune ha ricevuto un invito dal suo omologo egiziano, Abdel Fattah Al-Sisi, a prendere parte a questo vertice, al fine di discutere gli sviluppi e il futuro della questione palestinese e del processo di pace. Il 7 ottobre, l'Algeria aveva definito le operazioni israeliane nella Striscia di Gaza "attacchi brutali" e aveva chiesto alla comunità internazionale di intervenire con urgenza per porvi fine. (Ats ans)
Scattano nuovi allarmi in Israele
Le sirene di allarme per i razzi da Gaza stanno risuonando nella parte centrale di Israele e nel sud a ridosso della Striscia. Lo fa sapere l'esercito. (Ats ans)
Oltre dieci ospedali di Gaza non ancora evacuati
Diversi ospedali del nord della Striscia non sono stati ancora evacuati, nonostante l'appello dell'esercito israeliano di trasferirsi nel sud dell'enclave palestinese. «Nel nord della Striscia - ha detto un portavoce militare - ci sono 20 ospedali, al momento sei sono già stati evacuati, 10 non lo hanno ancora fatto e 4 si rifiutano». Il portavoce militare ha ammesso che è difficile per alcuni ospedali spostare pazienti gravemente feriti e malati, ma che i militari hanno «un rapporto diretto con quasi tutti i dirigenti ospedalieri e li incoraggiamo a evacuare». Poi ha accusato Hamas di utilizzare alcuni ospedali come rifugi, «perché sa che si tratta di un sito sensibile che eviteremo di attaccare». (Ats ans)
«Diritto di Israele ad autodifendersi ma questo deve avvenire nella cornice del diritto internazionale»
Condanniamo con fermezza l'attacco terroristico di Hamas al popolo israeliano. È necessario che tutti gli sforzi per la mediazione siano messi in piedi per fermare il conflitto. È necessario proteggere civili, bambini. Confermiamo il diritto di Israele ad autodifendersi ma questo deve avvenire nella cornice del diritto internazionale». Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel intervenendo al summit per la pace al Cairo. «Confermo che la postura dell'Unione europea è a supporto degli sforzi per far giungere aiuti umanitari ai palestinesi, per evitare una escalation dello scontro, e trovare soluzioni condivise - ha aggiunto -. C'è la necessità di mettere in campo sforzi seri affinché ci sia una soluzione a lungo termine, quella dei due Stati, di cui si fanno portavoce tutti i Paesi presenti a questo summit. Tutti dobbiamo supportare anche l'Autorità nazionale palestinese». (Ats ans)
Una «catastrofe umanitaria» al valico di Rafah
Al valico di Rafah «ho constatato una catastrofe umanitaria. Oltre il confine ci sono due milioni di persone tra cui bambini che necessitano di aiuti. Sono grato all'Egitto per il ruolo che ha avuto e lancio un appello a una tregua umanitaria». Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres presente al Cairo al vertice della Pace, sottolineando che «i diritti dei palestinesi sono legittimi» e che serve «una soluzione a due Stati». (Ats ans)
Oltre duecento ostaggi
Sono 210 al momento le famiglie degli ostaggi che l'esercito ha informato, aggiungendo e depennando le persone sulla base «di informazioni di intelligence». Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari confermando che l'obiettivo prioritario di Israele è di riportarli tutti a casa. Secondo Hagari sono finora 307 i soldati israeliani caduti dall'inizio dell'attacco di Hamas. (Ats ans)
Quasi 2mila palestinesi arrestati
Sono almeno 1'700 i palestinesi arrestati da Israele dall'inizio dell'attacco di Hamas. Lo ha riferito il Centro dei prigionieri palestinesi, citato dai media. (Ats ans)
Esplode una bomba a due passi da un'ambasciata israeliana
Una bomba artigianale è stata fatta esplodere vicino all'ambasciata israeliana a Nicosia nell'isola di Cipro. Lo hanno riferito, citando informazioni locali, i media israeliani secondo cui la polizia locale ha arrestato quattro uomini, di età compresa fra i 17 e i 21 anni, di origine - secondo le stesse fonti - siriana. La bomba, a bassa intensità, è stata detonata a 30 metri circa dall'ingresso della sede diplomatica e non risultano al momento danni all'edificio. (Ats ans)
Trasferiti gli aiuti sui camion palestinesi Rafah richiude
Le merci in entrata a Gaza vengono trasferite da 20 camion egiziani a doppio container a 30 camion già presenti nel lato palestinese del valico. Lo ha constatato l'ANSA sul posto.
Questi aiuti vengono adesso smistati fra quelli che saranno diretti all'Unrwa (l'ente dell'Onu per i rifugiati) e quelli destinati alla Mezzaluna Rossa palestinese. Al termine del trasbordo delle merci il lato egiziano del valico tornerà ad essere chiuso e non si prevede, a quanto si apprende, il passaggio di persone. (ATS ANS)
Trasferiti gli aiuti sui camion palestinesi Rafah richiude
Le merci in entrata a Gaza vengono trasferite da 20 camion egiziani a doppio container a 30 camion già presenti nel lato palestinese del valico. Lo ha constatato l'ANSA sul posto.
Questi aiuti vengono adesso smistati fra quelli che saranno diretti all'Unrwa (l'ente dell'Onu per i rifugiati) e quelli destinati alla Mezzaluna Rossa palestinese. Al termine del trasbordo delle merci il lato egiziano del valico tornerà ad essere chiuso e non si prevede, a quanto si apprende, il passaggio di persone. (ATS ANS)
Aperto valico di Rafah, passano i primi camion
Il valico di Rafah fra Egitto e Gaza è stato da poco aperto al transito degli aiuti umanitari. Lo ha constatato l'ANSA sul posto.
Almeno 30 camion giunti dall'Egitto sono già passati dal valico di Kerem Shalom e sono entrati così nella striscia di Gaza in un grande terreno di smistamento. Nei giorni scorsi era stato bombardato da Israele e ieri ruspe hanno provveduto a livellare il terreno per consentire l'ingresso dei camion.
Il capo della delegazione sul posto della 'Mezzaluna rossa' palestinese, Mahmud a-Nairab ha detto all'ANSA che la maggior parte di questi aiuti consiste in medicinali per gli ospedali. Inoltre vengono introdotte scorte di alimentari, assieme con acqua e materassi.
Al momento, ha precisato a-Nairab, non è previsto l'ingresso di combustibile. La 'Mezzaluna rossa' palestinese, in coordinamento con l' Unrwa (l'ente dell'Onu per i rifugiati) ha predisposto due grandi magazzini nel sud della Striscia - a Rafah e a Deir el Ballah - per provvedere alla distribuzione degli aiuti alla popolazione e agli sfollati.
Al valico di Rafah resta invece chiuso anche oggi il punto di transito per i passeggeri. Nessuno può dunque uscire da Gaza verso l'Egitto. Nel valico non si vedono funzionari delle autorita' di Hamas. L'ingresso degli aiuti umanitari attraverso Rafah - a cui Israele si era opposto a lungo - è giunto poche ore dopo la liberazione da parte di Hamas di due cittadine statunitensi. Ancora non è noto se vi sia un legame fra questi due sviluppi. Dopo aver appreso dell'ingresso di aiuti umanitari a Gaza dall'Egitto, una cinquantina di palestinesi con doppia cittadinanza (in particolare egiziana) sono sopraggiunti al valico di Rafah nella speranza di passare nel Sinai. Ma, come ha constatato l'ANSA sul posto, gli uffici del terminal passeggeri del valico restano chiusi e questi palestinesi (fra cui molti bambini) non trovano interlocutori. (ats ans)
(ats ans)
Ambasciata USA in Israele: «Il valico di Rafah aprirà oggi sabato 21 alle 10:00».
Secondo informazioni dell'Ambasciata Usa in Israele, il valico di Rafah tra Gaza e l'Egitto aprirà oggi sabato 21 ottobre alle 10.00 ora locale (le 9.00 in Svizzera).
«Se il confine sarà aperto, non sappiamo per quanto tempo lo resterà affinché i cittadini stranieri lascino Gaza». Lo riferisce una nota della sede diplomatica americana avvertendo che «molte persone cercheranno di attraversare il confine, e i cittadini Usa che vorranno entrare in Egitto devono aspettarsi una situazione di caos e disordine da entrambi i lati». (ats ans)
Blinken, Hamas liberi tutti gli ostaggi americani
Antony Blinken ha chiesto ad Hamas di «liberare tutti gli ostaggi Usa» dopo il rilascio di due americani. In un briefing con la stampa il segretario di Stato Usa ha confermato che le due persone sono ora «in una base militare americana in Israele».
«Ci sono ancora altri 10 americani che risultano dispersi in questo conflitto», ha continuato Blinken. »Ognuno di loro deve essere rilasciato», ha sottolineato il segretario di Stato Usa aggiungendo che il lavoro dell'amministrazione «per liberare ogni singolo americano e tutti gli altri ostaggi continua» (ats ans)