Nonostante l'uso di tecnologie avanzate e l'intervento di diverse squadre di soccorso, per ora dallo Stelvio non arriva la buona notizia.
SONDRIO - La buona notizia che ci si attendeva non è ancora arrivata.
Si è infatti rivelata finora infruttuosa la ricerca dello sciatore 58enne - forse caduto in un crepaccio o tradito dalla nebbia -, disperso sul ghiacciaio dello Stelvio, meta degli appassionati dello sci fuori stagione, a oltre 3mila metri di altezza.
Dopo aver interrotto le operazioni di soccorso, al termine delle 48 ore successive all'allarme dello scorso giovedì 26 ottobre, lanciato in serata dall'albergatore che non aveva visto rientrare il turista milanese, la speranza si era riaccesa domenica sera a seguito di una telefonata fatta al fratello - priva però di contenuto verbale a eccezione di qualche fruscio - partita dallo smartphone dell'escursionista.
La speranza di recuperare il turista milanese, nelle ore successive, è poi però come rimasta sepolta sotto la neve fresca caduta in questi ultimi giorni, nonostante l'utilizzo di droni e di esperti soccorritori: uomini appartenenti al Cnsas - Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico, i tecnici della Stazione di Bormio, VII Delegazione Valtellina - Valchiavenna, gli uomini del Sagf (Soccorso alpino Guardia di finanza) e i Vigili del fuoco del Comando di Sondrio.
«È quasi impossibile, ma, come ho detto, è già successo».
Ma non tutto è ancora perduto, stando almeno al parere di Marco Confortola, alpinista che nel maggio 2008 collocò sul Colle Sud dell'Everest, a 8000 metri, la stazione meteorologica più alta della Terra.
«Nel 1961 - ha raccontato oggi al Corriere della Sera la guida alpina - Severino Compagnoni venne ritrovato in quella zona dopo quattro giorni e tre notti, salvo, in mezzo al ghiaccio, mentre in superficie infuriava la bufera». E alla domanda "secca" sulle reali possibilità dello sciatore, disperso in alta quota da ormai cinque giorni, il valtellinese risponde: «È quasi impossibile, ma, come ho detto, è già successo».
Intanto però, come comunicato ieri dal Cnsas, «i Vigili del fuoco, con particolari strumentazioni tecnologiche hanno scandagliato il ghiacciaio» ma «le operazioni non hanno per ora dato esito positivo».
A disposizione del personale Sagf (Soccorso alpino della Guardia di finanza) e dei vigili del fuoco, c'è anche il dispositivo denominato "IMSI catcher", un occhio elettronico che può essere montato su droni ed elicotteri, in grado di captare i segnali dei telefoni mobili, di sostituirsi - clonandola - alla cellula telefonica di riferimento, per poi andare a circoscrivere la zona dove si trova lo smartphone.
Non è necessario avere campo ma è sufficiente che il telefono sia acceso. Ecco l'importanza di partire da casa per l'escursione di giornata sempre con il telefono a piena carica.