Nessun cessate il fuoco senza il rilascio degli ostaggi, fa sapere l'ufficio del premier Netanyahu
Il responsabile per i diritti umani alle Nazioni Unite ha accusato sia Israele che Hamas di crimini di guerra. Il Segretario generale dell'ONU, dal canto suo, ha criticato Hamas per l'utilizzo di civili come scudi umani, ma ha anche detto che il numero delle vittime a Gaza dimostra che qualcosa è «chiaramente andato storto» nell'operazione militari israeliana. Il capo dell'ufficio della Croce Rossa a Gaza ha specificato che nel Sud della città si sta verificando una «catastrofe umanitaria» e di aver visto persone terrorizzate arrivare lì a piedi in cerca di cibo e acqua potabile. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvertito che la zona è esposta al rischio di diffusione di malattie infettive.
Israele, manifestanti cercano di entrare a casa di Netanyahu
Decine di persone, tra cui i familiari degli ostaggi, stanno protestando davanti alla casa di Gerusalemme del miliardario Simon Falic, dove vive da alcune settimane il primo ministro Benyamin Netanyahu. Lo riferisce "Haaretz" indicando che i manifestanti stanno abbattendo le barriere erette dalla polizia e si stanno avvicinando all'ingresso. (Ats Ans)
Gallant: «Rilascio ostaggi o nessuno stop ai combattimenti»
«Non fermeremo i combattimenti finché non avremo portato indietro gli ostaggi». Lo ha detto il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant aggiungendo che «decine di bambini israeliani sono a Gaza, parte di loro hanno visto l'uccisione dei genitori. Io li considero miei figli personali e non fermerò la battaglia fintanto che non torneranno a casa».
Sulle pause umanitarie Gallant si è limitato a dire che si possono «fare degli aggiustamenti locali per lo spostamento della popolazione di Gaza». «Ma - ha concluso - nulla di più». (Ats Ans)
Anp: «Aperti a ruolo a Gaza se c'è l'impegno Usa ai due Stati»
L'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha detto all'amministrazione Biden di essere aperta a un ruolo di governance a Gaza nel dopo-Hamas se gli Stati Uniti si impegnano a una soluzione a due Stati per mettere fine al conflitto israelo-palestinese.
Lo ha detto il segretario generale dell'Anp Hussein al-Sheikh in un'intervista al "New York Times", nella quale ha riferito che l'Anp cerca una «seria iniziativa americana che costringa al rispetto Israele. L'attuale amministrazione è in grado di farlo».
Il segretario generale ha quindi messo in evidenza la necessità di «un impegno da parte dell'amministrazione americana con una decisione politica ampia che inclusa Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme est». (Ats Ans)
Hamas, trattative in corso ma ancora nessun accordo
Esponenti di Hamas hanno detto che colloqui sono in corso ma che finora non è stato raggiunto alcun accordo con Israele. Lo ha riferito "Haaretz". (Ats Ans)
Israele: «Da inizio guerra Hamas ha lanciato 9'500 razzi»
Dall'inizio della guerra, circa 9'500 razzi e colpi di mortaio, oltre a decine di droni, sono stati lanciati contro Israele, soprattutto dalla Striscia di Gaza, secondo l'ultimo aggiornamento rilasciato dalle Forze di difesa israeliane. (Ats Ans)
Cisgiordania: salgono a 15 i palestinesi uccisi
È salito a 15 palestinesi uccisi e almeno 20 feriti il bilancio degli scontri con l'esercito israeliano nel campo profughi di Jenin e in altre località della Cisgiordania. Ne ha dato notizia il ministero della sanità palestinese citato dal "Guardian".
Gaza nella morsa delle malattie infettive
«Da metà ottobre sono stati segnalati 33'551 casi di diarrea», denuncia l'Oms
Il leader di Hamas incontra il capo degli 007 israeliani
Il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha incontrato oggi al Cairo il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamal, insieme agli alti funzionari dell'organizzazione Khaled Meshal e Khalil al-Hiya. Lo riferisce Walla. Secondo una dichiarazione di Hamas, durante l'incontro sarebbero stati discussi gli sviluppi a Gaza. (Ats Ans)
Obiettivo 150 camion
Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense John Kirby ha dichiarato che l'obiettivo per Gaza è di 150 camion di aiuti umanitari al giorno. Egli ha ricordato che l'altro ieri sono entrati 96 camion e ieri 106, ma ha ribadito che «ne servono di più». (Ats Ans)
Ostaggi, Herzog: da Hamas nessuna proposta praticabile
Il presidente Isaac Herzog ha dichiarato che, nonostante le notizie diffuse dai media su un imminente accordo per il rilascio di alcuni ostaggi da parte di Hamas in cambio di una pausa nella guerra, non c'è alcuna proposta seria sul tavolo. «Non c'è una vera proposta praticabile da parte di Hamas su questo tema», ha dichiarato Herzog a NBC News. «Mentre ci sono molte persone che sono terze parti che stanno inviando messaggi ottimistici ai notiziari, io dico apertamente: in base alle mie conoscenze, fino ad ora, non c'è nessuna informazione sostanziale che mostri un'offerta reale di una trattativa sul tavolo». (Ats Ans)
Niente cessate il fuoco senza rilascio di ostaggi
L'Ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che non verrà concesso nessun cessate il fuoco senza il rilascio degli ostaggi. «I combattimenti continuano e non ci sarà alcun cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi. Israele permette corridoi di transito sicuri dal nord della Striscia di Gaza al sud, come hanno fatto 50.000 abitanti di Gaza proprio ieri. Chiediamo ancora una volta alla popolazione civile di Gaza di evacuare verso sud».
Pause umanitarie di quattro ore al giorno
«Israele consentirà pause umanitarie di quattro ore nel nord di Gaza». Lo ha annunciato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana John Kirby in un briefing con la stampa. Israele ha inoltre accettato di aprire due corridoi umanitari dal nord al sud della Striscia, ha indicato Kirby precisando che uno è già aperto e che l'altro sarà lungo la costa. (Ats Ans)
«C'è un parallelo tra la mentalità degli islamisti radicali e quella dell'estrema destra»
Il presidente del Consiglio Centrale degli Ebrei in Germania, Josef Schuster, nel suo discorso alla cerimonia di commemorazione della cosiddetta "Notte dei cristalli" a Berlino, ha detto che «nelle ultime settimane a volte non riconosco questo Paese» perché, fra l'altro, «è stato permesso di propagandare pubblicamente l'annientamento non solo di Israele ma lo sterminio di tutti gli ebrei». «È stato permesso a migliaia di persone provenienti da contesti di immigrazione araba di scendere in piazza, aizzati da fanatici radicali, invocando tutto questo», ha aggiunto. Tutto questo è avvenuto «solo poche ore dopo l'orribile massacro compiuto da Hamas», ha detto ancora Schuster nel discorso tenuto davanti alle più alte cariche dello Stato tedesco. «C'è un parallelo nella mentalità degli islamisti radicali che vogliono la distruzione di Israele e degli ebrei e quella dell'estrema destra che vuole distruggere la nostra cultura del ricordo della shoah», ha avvertito il capo del Consiglio centrale ribadendo che «qualcosa è andato fuori asse in questo Paese». (fonte ats)
L'eliminazione di Hamas? «Non succederà»
L'obiettivo israeliano di eliminare Hamas «non si realizzerà», per il gruppo è «anche un'idea» e non siamo di fronte a una semplice organizzatore militare. Lo ha dichiarato il primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh nel corso della conferenza sugli aiuti di Parigi. Tel Aviv è accusata di condurre una guerra «contro tutti i palestinesi», commettendo crimini di guerra e violando la legislazione internazionale, secondo Shtayyeh. È necessario a suo dire «un intervento internazionale per esercitare una seria pressione su Israele», ma in questo momento «gli israeliani non vogliono alcun cessate il fuoco perché oggi sono in vena di vendetta»
For the fifth consecutive day, the IDF has opened another evacuation corridor today for civilians in northern Gaza to move south: https://t.co/mGQSiLqZeD
— Israel Defense Forces (@IDF) November 9, 2023
Palestinesi sfollati da Gaza, l'Egitto dice no
Qualsiasi tentativo di sfollare i palestinesi da Gaza viene respinto dall'Egitto. È la posizione del ministro degli Esteri Sameh Shoukry, espressa nel corso di una conferenza sugli aiuti in corso a Parigi e citata dal quotidiano israeliano Haaretz. Ciò che Israele sta facendo va oltre l'autodifesa, ha aggiunto Shoukry.
Gaza, 6 ore di apertura per il corridoio verso sud
Il portavoce delle forze di difesa ha reso noto che oggi Israele aprirà nuovamente la strada Salah-al-Din al traffico da nord a sud per i civili palestinesi tra le 10 e le 16. Nei giorni precedenti il corridoio è stato aperto solo per quattro ore. Ieri, ha detto il portavoce Avichay Adraee, circa 50'000 cittadini di Gaza hanno utilizzato il corridoio per dirigersi verso il sud della Striscia. «Non ascoltate quello che dicono i leader di Hamas dai loro alberghi all'estero o dai sotterranei che hanno organizzato per sé e per i loro familiari», avverte Adraee. «Per la vostra sicurezza, spostatevi a sud, oltre Wadi Gaza». (ats)
L'allarme: a Gaza l'ordine pubblico rischia di collassare
A causa dell'isolamento della striscia di Gaza imposto da Israele, l'ordine pubblico rischia di collassare. È il grido d'allarme lanciato dall'Alto commissario dell'UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi), lo svizzero Philippe Lazzarini, scosso dalla crisi umanitaria che colpisce la popolazione civile, ormai ridotta allo stremo. Per Lazzarini è soprattutto la mancanza di carburante a preoccupare, senza il quale le strutture vitali della striscia non possono funzionare. Il carburante è necessario per far funzionare gli ospedali, le pompe per l'acqua e i forni delle panetterie, ha affermato Lazzarini in un'intervista pubblicata oggi dal Tages Anzeiger. Lazzarini è rimasto scosso dalla situazione umanitaria che ha trovato in loco, con migliaia di persone che chiedono lo stretto necessario, acqua e pane. Egli ha assicurato che, contrariamente a quanto affermato dalle autorità israeliane, la benzina che l'UNRWA fa entrare a Gaza viene distribuita sotto sorveglianza alle infrastrutture vitali e non utilizzata per altri scopi (per esempio da Hamas per scopi bellici n.d.r.). In generale, i convogli di aiuti autorizzati ad entrare nella Striscia finora non sono sufficienti, secondo Lazzarini. Se prima del 7 ottobre entravano in media 500 camion al giorno per far fronte ai bisogni della popolazione già provata dal blocco, ora ne entrano in media 30 al giorno, troppo poco per rispondere alle necessità di oltre un milione di persone che hanno lasciato il nord della Striscia, spesso senza nemmeno avere il tempo di portare nulla con sé, per rifugiarsi a sud. (ats)
Ucciso il capo dell'unità missili anti-tank di Hamas
L'esercito israeliano ha ucciso in un attacco aereo Ibrahim Abu-Maghsib capo dell'unità missili anti-tank della brigata centrale di Gaza. Lo ha detto il portavoce militare spiegando che Maghsib «nell'ambito della sua posizione ha diretto e condotto numerosi lanci di missili anti-tank contro civili e soldati israeliani». «Nell'ambito dell'assistenza alle forze di terra impegnate nella striscia, la marina israeliana - ha proseguito il portavoce - ha colpito postazioni di lancio di missili anti-tank usate da Hamas per colpire le truppe dentro la striscia». (ats)
Crimini di guerra, l'Onu punta il dito sia su Hamas che su Israele
L'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk ha affermato che sia Hamas che Israele hanno commesso crimini di guerra da quando è scoppiato il conflitto il mese scorso. «Le atrocità perpetrate dai gruppi armati palestinesi il 7 ottobre sono state terribili, brutali e scioccanti: sono stati crimini di guerra, così come lo è la continua detenzione di ostaggi», ha affermato Türk citato dai media internazionali. «Anche la punizione collettiva da parte di Israele dei civili palestinesi costituisce un crimine di guerra, così come l'evacuazione forzata illegale dei civili», ha aggiunto l'alto commissario Onu. Türk si è espresso così ieri dopo aver visitato il valico di Rafah, che ha definito come una simbolica ancora di salvezza per i 2,3 milioni di persone che vivono a Gaza. «L'ancora di salvezza è stata ingiustamente, scandalosamente debole», ha detto chiedendo che vengano consegnati più aiuti umanitari all'enclave palestinese. L'alto commissario Onu ha inoltre esortato entrambe le parti ad accettare un cessate il fuoco sulla base di tre imperativi in materia di diritti umani: la fornitura di aiuti a Gaza, il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas e l'attuazione di «una fine duratura dell'occupazione basata sui diritti dei palestinesi e degli israeliani all'autodeterminazione e ai loro legittimi interessi di sicurezza».
Raid aereo israeliano sul campo profughi di Jabalia, 19 morti
Almeno 19 persone sono state uccise ieri in un attacco aereo israeliano contro una casa vicino a un ospedale nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. Lo sostiene il ministero degli Interni palestinese gestito da Hamas. La fanteria israeliana ha preso il controllo della roccaforte di Hamas nel nord della Striscia dopo 10 ore di combattimento. Lo ha detto, citato dai media, l'esercito israeliano, secondo cui forze della Brigata Nahal ora controllano la postazione - conosciuta come Avamposto 17 - nel campo profughi di Jabalya - nel nord dell'enclave palestinese, dopo aver sconfitto operativi di Hamas e della Jihad islamica che erano «sia sul terreno» sia nei tunnel. Decine - ha aggiunto - i miliziani uccisi. (fonte ats)
«Hamas ha perso il controllo del nord di Gaza»
L'annuncio è arrivato dall'esercito israeliano al termine di un'ennesima giornata di conflitto durissimo con i miliziani della Striscia. «I palestinesi stanno andando via dal nord perché hanno capito che Hamas lì ha perso il controllo e che il sud è più sicuro», ha riferito il portavoce militare Daniel Hagari aggiungendo che al sud «c'è una zona più sicura rifornita di medicine, di acqua e di cibo». Le operazioni militari israeliane hanno continuato a insistere sui tunnel di Hamas, anche con la caccia ai leader della fazione jihadista. Ieri è stata la volta di Mohsen Abu Zina, capo della produzione di armi di Hamas, un ruolo importante nella gerarchia militare dell'organizzazione. Era «un esperto nello sviluppo di armi strategiche e dei razzi utilizzati dai terroristi», ha fatto sapere il portavoce militare, annunciandone la morte. A martellare i miliziani di Hamas, oltre ai raid aerei, ci sono anche i battaglioni di artiglieria che colpiscono dal bordo della Striscia, su indicazioni delle truppe sul campo. Uno di questi bombardamenti ha distrutto la moschea Khaled Ben al-Walid, uno dei simboli della città di Khan Yunes, a sud di Gaza. L'edificio si trovava in un campo profughi ma al momento dell'attacco era vuoto. Israele ha poi accusato ancora una volta Hamas di sfruttare «le ambulanze, gli ospedali, le cliniche, le moschee e le scuole a fini terroristici». Inoltre, secondo l'Idf, i miliziani «usano le ambulanze per trasferire armi e operativi dentro la Striscia», così come strutture civili e i civili stessi «come scudi umani». Se il fronte di Gaza resta il principale, quello in Cisgiordania sta diventando incandescente e rischia di sfociare in un altro conflitto aperto. Lo stesso premier Benyamin Netanyahu ha visto i leader degli insediamenti ebraici nei Territori occupati, convocati d'urgenza. «Questo incontro - ha detto - rientra nella visita odierna del Gabinetto di guerra nel comando della regione militare centrale alla luce degli avvertimenti dei responsabili alla sicurezza per la grave escalation in atto nella Giudea-Samaria (Cisgiordania, ndr)». Lo stesso capo degli affari umanitari delle Nazioni Unite Martin Griffiths ha denunciato che «la situazione sta diventando sempre più grave in Cisgiordania. Dal 7 ottobre 158 palestinesi sono stati uccisi, compresi 45 bambini». Nella Striscia ormai al collasso il numero dei morti (il ministero della Sanità locale non fa distinzione tra civili e miliziani) è arrivato a 10'569, di cui 4'324 minori e 2'823 donne. (fonte ats)
Hamas: «8 morti nel bombardamento dell'ospedale di Nasser»
Il ministero della Sanità palestinese gestito da Hamas afferma che otto persone sono morte in un bombardamento che ha colpito domenica scorsa il complesso medico Nasser nella Striscia di Gaza. Secondo la stessa fonte, alcune delle vittime erano ricoverate in un reparto pediatrico. Immagini fornite dal dicastero e pubblicate dai media internazionali mostrano buchi nei muri di edifici e attrezzature distrutte o ricoperte di polvere. (fonte ats)