Il governo di Reykjavik conferma: «Nessuna minaccia per la sopravvivenza»
GRINDAVIK - Finora l'Islanda è stata «abbastanza fortunata»: l'eruzione vulcanica che si sta verificando da lunedì sera sta interessando un'area attentamente monitorata, non densamente popolata e comunque già evacuata nelle scorse settimane. Lo ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture, Sigurður Ingi Jóhannsson.
Nel corso di un'intervista ha sottolineato come sia difficile fare previsioni sull'andamento del fenomeno: «È davvero difficile dire qualcosa quando c'è di mezzo la natura», ma dopo il punto che è stato fatto martedì mattina, Jóhannsson sente di poter dire che le cose sarebbero potute andare decisamente peggio. «Spero che continui», ha aggiunto.
Si può davvero parlare di fortuna, se le frasi di una residente di Grindavik dovessero trovare conferma. L'eruzione «è avvenuta molto velocemente e nessuno era preparato» ha dichiarato al quotidiano britannico Guardian. Dopo giorni di altissima allerta, un mese fa, la tensione era probabilmente scemata e sembrava quasi che il peggio fosse passato. Lunedì, quindi solo poche ore prima, «la polizia diceva che forse saremmo potuti tornare a casa mercoledì».
La fenditura nella quale si registra l'attività vulcanica si estende per quattro chilometri nella penisola di Reykjanes e la sua estremità meridionale arriva a tre chilometri da Grindavik. La lava sembra scorrere principalmente verso est.
In attesa di nuovi aggiornamenti da parte dell'Ufficio meteorologico islandese, è stato il governo a rassicurare la popolazione. «L'eruzione non rappresenta una minaccia per la sopravvivenza». E ancora: «Non ci sono interruzioni nei voli da e per l'Islanda e il corridoio internazionale rimane aperto».