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AFRICAIn oltre metà dell'Africa la comunità Lgbtquia+ è perseguitata

09.01.24 - 09:17
Nell'ultimo anno si è assistito a un inasprimento delle leggi che mirano a colpire l'orientamento sessuale e l’identità di genere
Depositphotos (marcbruxelle)
Fonte Amnesty
In oltre metà dell'Africa la comunità Lgbtquia+ è perseguitata
Nell'ultimo anno si è assistito a un inasprimento delle leggi che mirano a colpire l'orientamento sessuale e l’identità di genere

In 31 Paesi su 54 dell'Africa esistono delle leggi che criminalizzano l'attività sessuale consensuale tra persone dello stesso sesso. Rispetto allo scorso anno, la tendenza è all'aumento, tant'è che il Direttore regionale di Amnesty International per l'Africa orientale e meridionale ha parlato di una vera e propria «guerra omofobica».

L'organizzazione non governativa dedita alla protezione dei diritti umani ha stilato nel rapporto "We are facing extinction" i risultati di un'analisi svolta nel 2023 e in cui sono stati presi in considerazione dodici Paesi del continente. La conclusione: i sistemi giuridici vengono sempre più strumentalizzati «per colpire e discriminare sistematicamente le persone LGBTQIA+». Ed è stato evidenziata «una preoccupante tendenza all'utilizzo dei meccanismi giuridici come strumenti di oppressione».

A livello internazionale è stata trattata nello specifico la questione Uganda dove già prima del 2023 i rapporti sessuali con persone dello stesso sesso erano considerati illegali. La situazione nel Paese dell'Africa orientale è però peggiorata per la comunità arcobaleno, con l'approvazione di una durissima Legge contro l'omosessualità. Ora c'è il rischio che testi simili a quello ugandese vengano approvati in altri Paesi del continente.

Ad esempio in Ghana la comunità è già esposta, scrive Amnesty, a discriminazioni persistenti e violazioni dei diritti umani, e potrebbe presto passare una delle più severe proposte di legge contro i diritti LGBTQIA+ di tutta l'Africa. Allo stesso modo, in Kenya viene attualmente portato avanti un disegno di legge per la protezione della famiglia che mira a «limitare i diritti fondamentali, come quello di riunione, di privacy e di accesso alle informazioni e ai servizi di salute sessuale e riproduttiva» e a «vietare la condotta sessuale consensuale tra persone dello stesso sesso, il matrimonio tra persone dello stesso sesso e le attività a essi correlate».

C'è poi ad esempio un Paese, il Malawi, in cui tentativi sono stati fatti per abrogare una legislazione omofoba. Tentativi che tuttavia non hanno ottenuto risultati. Nello Zambia, poi, «si rileva un aumento notevole e preoccupante del sentimento omofobico. Questo aumento sembra essere alimentato da un'interazione di fattori, tra cui le leggi esistenti, le norme culturali e gli eventi politici che hanno contribuito a creare un ambiente difficile per la comunità LGBTQIA+».

Quanto scritto accade nonostante gli standard di diritto dell'Unione Africana e i diritti umani sanciti a livello internazionale. «Amnesty International chiede agli Stati e ai governi africani di riconoscere e proteggere pubblicamente i diritti umani di tutte le persone, senza discriminazioni. Devono anche abrogare o astenersi dal tentativo di criminalizzare le relazioni consensuale tra persone dello stesso sesso, in quanto tale legislazione non può essere conforme agli standard internazionali o regionali dei diritti umani e ai principi fondamentali della dignità umana e dell'uguaglianza».

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