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Trump e Truth, una causa legale e lo "sponsor" vicino a Putin L'ex presidente Trump ha intentato una causa contro i co-fondatori del suo social network, ma non è tutto.
NEW YORK - Truth, il social di Trump appena sbarcato a Wall Street, è oggi al centro dell'interesse dei media Usa per due motivi, uno legale e l'altro finanziario.
Per quanto riguarda il primo dei due, si è appreso che l'ex presidente americano ha intentato una causa contro i co-fondatori di Truth Social per la loro «cattiva gestione» nelle fasi iniziali della piattaforma, e ne ha chiesto la rimozione come azionisti.
Nei documenti depositati presso il tribunale della Florida, la Trump Media & Technology Group Corp sostiene che Andy Litinsky e Wes Moss hanno commesso errori significativi che hanno causato ritardi nel lancio pubblico della società, recentemente quotata in borsa, e che quindi dovrebbero perdere le loro azioni di Truth.
I due, ex concorrenti del reality show di Trump "The Apprentice", hanno proposto l'idea del social al tycoon dopo che era stato bandito da X (allora Twitter) in seguito all'attacco del 6 gennaio 2021 al Campidoglio.
«Questa è stata un'opportunità fenomenale per Moss e Litinsky. Senza il presidente Trump, Truth Social sarebbe stata impossibile», si legge nella causa.
Social di Trump salvato da imprenditore russo-americano - Veniamo ora all'aspetto finanziario di giornata. Truth - si viene a sapere oggi - fu salvato da Anton Postolnikov, un imprenditore russo-americano nel mirino degli Stati Uniti per riciclaggio e nipote di Aleksandr Smirnov, un alleato di Vladimir Putin. Lo rivela in esclusiva il Guardian.
Secondo il giornale, quando nel 2022 la Securities and Exchange Commission (Sec) aprì un'inchiesta frenando la quotazione, la società di Trump bruciò molti soldi e ottenne un prestito anche dalla Es Family Trust, una società di comodo di Postolnikov, che è anche co-proprietario della Paxum Bank, piccola banca dell'isola di Santo Domingo che finanzia l'industria porno.
