Il presidente iraniano lascia il Paese in un momento di forte instabilità e incertezza.
TEHERAN - I media di Stato iraniani hanno confermato questa mattina la morte del presidente Ebrahim Raisi, assieme al ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, in un incidente di elicottero.
Raisi si stava recando dalle zone di confine nordorientali alla città di Tabriz, nella provincia dell'Azerbaigian orientale, dove doveva inaugurare una raffineria. L'agenzia di stampa Mehr afferma che a bordo dello stesso velivolo sono morti anche il governatore della provincia dell'Azerbaigian orientale Malek Rahmati e il leader della preghiera di Tabriz del venerdì Mohammadali Al-Hashem.
È ancora presto delineare con precisione i possibili scenari futuri. Quello che è certo è che la morte di Raisi sopraggiunge in un momento molto delicato per il paese e per la regione. Le sfide per le autorità iraniane non mancano: la guerra a Gaza e i rischi di escalation di violenza con Israele dopo gli scambi di colpi, oltre alla delicata situazione interna che Teheran deve affrontare dopo lo scoppio delle proteste iniziate a settembre 2022.
Il viceministro Ali Bagheri sembra destinato a subentrare al ministero degli Esteri. Il vicepresidente Mohammed Mokbel invece assumerà la carica ad interim, come sancito dalla Costituzione, e dovrà organizzare le prossime elezioni entro 50 giorni. «In caso di morte, licenziamento, dimissioni, assenza o malattia superiore a due mesi del presidente della Repubblica, il primo vice ne assume i poteri e le responsabilità e un consiglio composto dal presidente dell’Assemblea, dal capo della magistratura e dal primo vice è tenuto ad adoperarsi affinché il nuovo presidente della Repubblica sia eletto entro cinquanta giorni», recita l’articolo 31 riportato dal Corriere della Sera.
Ieri, quando ancora le speculazioni sulle condizioni del presidente non erano state scacciate via dal comunicato ufficiale delle autorità di Teheran, la think tank "Institute for the Study of War" sottolineava il momento di incertezza che sta attraversando il paese. «La morte di Raisi avrebbe gravi implicazioni per la successione della guida suprema. Raisi è considerato uno dei principali contendenti, insieme al figlio di Khamenei, Mojtaba Khamenei, alla successione di Khamenei come leader supremo». L’Isw esclude però che la morte del presidente possa spostare la traiettoria del regime verso una politica interna più intransigente e conservatrice.
Questa mattina sono invece giunte le prime dichiarazioni ufficiale con il chiaro intento mostrare al mondo e alla popolazione iraniana un’immagine di un paese solido: il percorso della politica estera iraniana continuerà sotto la guida del leader Ali Khamenei dopo la morte del presidente Ebrahim Raisi. Lo ha reso noto in un comunicato il Consiglio strategico per le relazioni estere, riporta l'Irna. «Il presidente e il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian hanno fatto tutto il possibile per concretizzare gli interessi nazionali della Repubblica islamica e hanno compiuto sviluppi ammirevoli nella lotta contro le sanzioni tiranniche degli stranieri contro l'Iran, nonché nel sostegno al movimento di resistenza nella regione e al popolo eroe della Palestina».
Nel frattempo il leader Khamenei ha annunciato cinque giorni di lutto nazionale. Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa iraniana Mehr, citata dall'agenzia Tass, i funerali di Raisi si terranno domani a Tabriz.